Ospedale Goretti, niente epidurale «Così meno nascite a Latina»

Ospedale Goretti, niente epidurale «Così meno nascite a Latina»
di Fabrizio Scarfò
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Mercoledì 3 Gennaio 2024, 12:44 - Ultimo aggiornamento: 12:48

IL CASO

La prima nascita al Goretti è arrivata solo il 2 gennaio nel reparto di Ostetricia e Ginecologia, a conferma del trend che vede la natalità sempre più in calo in tutta Italia. «Il quadro locale riflette quello nazionale» spiegava la mattina del primo gennaio il dottor Vittorino Rossitto, responsabile di un'unità operativa del presidio ospedaliero di ginecologia. Eppure, ad inficiare sul basso numero di nascite nel nosocomio pontino, potrebbe esserci anche un altro fattore: «L'impossibilità per le future mamme di avvalersi dell'anestesia epidurale, quella che consente di controllare il dolore del travaglio, permettendo di partorire in modo naturale e spontaneo senza soffrire».

L'epidurale è una tecnica che prevede la somministrazione di farmaci anestetici locali o analgesici che consentono di bloccare (anestesia) o attenuare (analgesia) le stimolazioni dolorose che, attraverso i nervi periferici, giungono al midollo spinale e quindi al cervello. Le circostanze che rendono necessario il ricorso a questa procedura sono generalmente gli interventi chirurgici, la terapia del dolore e il parto. Agendo esclusivamente sulle vie di trasmissione del dolore e non su quelle della sensibilità o sulle fibre motorie, infatti, le contrazioni uterine vengono percepite, ma non sono dolorose.

La sua buona riuscita, tuttavia, richiede un organico anestesiologico che lo consenta. Figure con una preparazione particolare e dimestichezza con la procedura ed il materiale necessario, oltre ad un periodo di formazione specifico. Un servizio che andrebbe garantito 24 ore su 24, 7 giorni su 7, attraverso il lavoro di unità medica dedicata esclusivamente a questa attività, e non condivisa con altre. «Dato che un medico non può coprire più di 12 ore di turnazione, ne servirebbero almeno due che si alternano ogni giorno, 365 giorni l'anno», come spiegato dal dottor Vittorino Rossitto, responsabile di un'unità operativa del presidio ospedaliero di ginecologia del Goretti: «Considerando poi malattie, ferie e turni di notte, l'organico dovrebbe salire ad almeno otto unità: una spesa economicamente troppo esosa rispetto al numero di nascite.

E a questo va ad aggiungersi che la figura dell'anestesista non è così facile da reperire, e che i pochi specialisti sono sempre più attratti da strutture convenzionate o private».

La conseguenza è che, nonostante dal marzo del 2017 la partoanelgesia sia anche sancita come Lea (Livello Essenziale di Assistenza), riconoscendo per legge alla donna il diritto di scegliere di partorire senza dolore, parecchi ospedali in tutta Italia ne sono sprovvisti. «Solo nel mese di dicembre sono state quattro le pazienti che dal nosocomio pontino si sono spostate in strutture della Capitale per partorire» spiegava la mattina del primo gennaio la dottoressa Paola Lazzari, dirigente medico di ostetricia e ginecologia. Oltre all'anestesia epidurale, infatti, queste cliniche mettono a disposizione delle gestanti anche tutta una serie di servizi e comfort vari che il servizio pubblico non ha: con dirette conseguenze sul numero delle nascite, a Latina addirittura pari a 0 nelle prime 48 ore del 2024.

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