Due locali in odore di 'Ndrangheta a Formia: gelateria e ristorante colpiti da interdittiva antimafia

Due locali in odore di 'Ndrangheta a Formia: gelateria e ristorante colpiti da interdittiva antimafia
di Vittorio Buongiorno
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Lunedì 5 Dicembre 2022, 09:40 - Ultimo aggiornamento: 19:21

Due imprese formiane in odore di 'ndrangheta sono state raggiunte da una interdittiva antimafia emessa dal prefetto di Latina Maurizio Falco al termine degli approfondimenti svolti dai carabinieri del comando provinciale di Latina per i collegamenti del titolare, Lorenzo Santoro, con una famiglia di 'ndrangheta di Bova Marina, in provincia di Reggio Calabria. Il provvedimento è scattato nei confronti di una gelateria di Largo Paone ("Santoro gelateria bar") aperta nel luglio 2020 e un ristorante ubicato in piazza Testa ("Pesce matto") nato nel luglio di quest'anno.

La storia
Il nucleo investigativo dei carabinieri di Latina con i colleghi della Compagnia di Formia hanno avviato delle indagini sulla ditta che due anni fa aveva trasferito l'attività da Bova Marina nella città del Golfo avendo appurato che il titolare «annovera elementi di mafiosità in quanto risulta collegato alla famiglia di 'ndrangheta "Talia" operante nel comune di Bova Marina (Rc)».

Dagli accertamenti è emerso che la moglie del titolare è stata socia al 50 per cento di una attività già colpita da interdittiva antimafia emessa dalla prefettura di Reggio Calabria. L'altra socia infatti è sposata dad un uomo ritenuto contiguo alla stessa famiglia di 'ndrangheta. Le cronache giudiziarie infatti raccontano che l'area lungo la costa ionica dove si trova Bova Marina è controllato dal punto di vista criminale dall'associazione mafiosa che fa capo alla famiglia Morabito al cui interno operano diversi gruppi criminali. Uno di questi, la famiglia "Talia" collegata con i "Vadalà". 

L'arrivo a Formia
Il titolare della ditta formiana oggetto dell'interdittiva aveva lavorato nel bar di Bova Marina colpito da interdittiva nel 2019 e risultato essere luogo di incontro e di frequentazioni di esponenti della famiglia di 'ndrangheta Talia-Vadalà.

La madre di quest'ultimo era finita agli arresti domiciliari nel 1996 nell'ambito di una inchiesta per concorso in omicidio (seppure scarcerata dal Tribunale del Riesame) e poi arrestata nuovamente dopo la sentenza definitiva per omicidio. Lo stesso è risultato frequentare soggetti gravemente indiziati di far partte di associazioni di stampo mafioso operanti a Bova Marina.

La misura
Al termine degli accertamenti gli invsetigatori hanno rilevato che il quadro indiziario ha fatto emergere elementi da cui poter fortemente desumere che l'attività di impresa avviata a Formia possa agevolare anche in modo indiretto le attività criminose o anche solo esserne condizionata. A ciò si aggiunge la totale assenza di volontà del titolare di troncare i rapporti con i contesti criminali calabresi e anche la scelta di assumere nella gelateria di due soggetti riconducibili alla criminalità organizzata. Tutti elementi che hanno portato a ricostruire un quadro indiziario secondo cui sussistono concreti elementi che l'attività imprenditoriale «possa agevolare le attività criminose e esserne in qualche modo condizionata».

La difesa
Raggiunto dalla comunicazione il titolare della gelateria è stato ascoltato nell'ottobre scorso ed è rimascato di essere incensurato e di aver troncato i rapporti con la sua terra d'origine dopo essersi trasferito a Formia. Ma i chiarimenti non sono stati ritenuti sufficienti tanto che il prefetto di Latina al termine degli accertamenti ha emesso il primo dicembre l'interdittiva antimafia nei confronti dei due locali formiani di Lorenzo Santoro.

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