Coronavirus, l'appello: «Io sono guarita e vi dico: usate le mascherine»

La tenda dove si eseguono i tamponi al "Goretti"
di Claudia Paoletti
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Mercoledì 19 Agosto 2020, 11:30

Anita è in fila dal macellaio. Lei e un'altra donna indossano la mascherina nell'attesa. Un uomo, in coda insieme a loro senza protezione, la guarda e le sorride: «La mascherina non serve a niente le dice tanto questo virus non esiste, è tutta un'invenzione».
Anita tace, fa un sospiro e attende il suo turno. L'uomo non sa di rivolgersi al primo caso di Covid-19 a Cisterna, guarito dopo 4 settimane di ricovero in terapia sub-intensiva al Goretti.
Anita ha 51 anni, è in buona salute, non prende farmaci perché non ha patologie, pratica attività fisica, insegna in classi di adolescenti e benché sia stata attenta ed abbia rinunciato ad ogni attività di socializzazione, cene con gli amici e uscite fuori porta sin da febbraio, è caduta nelle maglie del Covid-19. «La prima settimana di marzo è comparsa improvvisamente la febbre racconta non avevo altri sintomi. Il medico di base dopo tre giorni mi ha prescritto un antibiotico, ma la febbre non scendeva, se non brevemente con la Tachipirina. Dopo l'evidente insuccesso della terapia antibiotica il mio respiro diveniva affannato. A questo punto il medico mi ha consigliato di fare una lastra al torace presso il pronto soccorso ed è risultata una polmonite interstiziale bilaterale. I sanitari del 118 mi hanno ricoverato nel reparto Medicina d'urgenza con un casco Cpap (sistema di ventilazione assistita, foto al centro ndr) e una terapia farmacologica piuttosto intensa. Stavo così male che credevo di non farcela. Dopo sette giorni, mi è stato tolto il casco e sono passata ad una mascherina di ossigeno al 50% che nelle settimane seguenti mi è stato progressivamente ridotto. Alla quarta settimana di permanenza in ospedale i due tamponi consecutivi sono risultati negativi, quindi ho potuto fare ritorno a casa. I medici del Goretti continuano a monitorare la situazione».

I DISPOSITIVI

Anita racconta la sua esperienza affinché si comprendesse l'importanza di seguire le regole minime di comportamento, per preservare la salute di tutti e anche per rispettare coloro che come lei sono guariti, ma che ancora hanno forte il senso di paura e smarrimento.
«L'uso della mascherina prosegue è importante non solo dal punto di vista della salute fisica di tutti, ma anche per l'aspetto psicologico di coloro che temono di contrarre il virus e anche di coloro che questo lo hanno avuto. Essendo sempre a contatto con i giovani, i quali non sono tutti superficiali come spesso vengono descritti, ma so che non leggono molto i quotidiani, è a loro che mi rivolgo attraverso la voce di chi invece legge più spesso i giornali. Indossare la mascherina significa avere senso di responsabilità e rispetto per la fragilità del prossimo e vedere che molti ragazzi, forse per poca attenzione, non indossano la mascherina e non rispettano le distanze, mi preoccupa soprattutto in vista della riapertura della scuola, motore di crescita di ogni civiltà».

Infine l'abbraccio ai medici del Santa Maria Goretti. «Ringrazio di cuore tutti i medici e gli infermieri che si sono presi cura di me conclude Anita e di quanti erano ricoverati, perché mi hanno fatto sentire protetta con il loro impegno lavorativo, la loro attenzione, il loro incoraggiamento dal punto di vista psicologico e il loro sorriso nonostante tutta la situazione di emergenza che erano chiamati ad affrontare».
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