Anche un commercialista nel mirino del clan Di Silvio

Anche un commercialista nel mirino del clan Di Silvio
di Marco Cusumano
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Mercoledì 20 Giugno 2018, 10:42 - Ultimo aggiornamento: 13:04
Il clan Di Silvio non prendeva di mira soltanto tossicodipendenti, commercianti e avvocati. Nel mirino della famiglia rom è finito anche un commercialista, responsabile di aver rifiutato di costituire una società per conto del clan. I fatti risalgono al gennaio 2017 quando Gianluca Di Silvio, Daniele Sicignano e Federico Arcieri si recano nello studio di un commercialista nel centro di Latina.

I tre chiedono di avviare le pratiche per costituire una società con denominazione Giandan, riferibile a Gianluca Di Silvio e Daniele Sicignano. In quella occasione versano un acconto di 960 euro, per le spese necessarie, rimandando la firma dell'atto costitutivo a due settimane dopo, davanti a un notaio. Ma i tre erano già sotto osservazione da parte della polizia e il giorno successivo, avendo avuto informazioni circa i rischi che l'operazione poteva comportare, il commercialista decide di annullare l'appuntamento chiamando il notaio.

A quel punto inizia il calvario per il professionista che viene perseguitato dal clan. Immediatamente cominciano le telefonate sul cellulare, un uomo si presenta come appartenente alla famiglia Di Silvio e chiede al commercialista il motivo per il quale aveva annullato l'appuntamento con il notaio per la costituzione della società. Il professionista risponde che non intende fornire consulenza per tale atto, facendo subito perdere la pazienza all'interlocutore il quale, con tono perentorio, esclama: «Tu la società la fai e me la segui, capito?». Di fronte alla conferma del no da parte del commercialista, iniziano gli insulti e le accuse di razzismo. Infine la richiesta di restituire i 960 euro già consegnati.

Il commercialista, essendo fuori Latina e volendo evitare che i Di Silvio andassero a studio dove c'erano solo le segretarie, chiedeva di fissare la consegna per il giorno successivo. Ma i Di Silvio erano già pronti ad agire. Appena 13 minuti dopo la telefonata due uomini iniziano a bussare alla porta dello studio, dando calci e pugni. Le segretarie, terrorizzate, telefonano al commercialista che le invita a consegnare subito la busta con i soldi a quegli uomini. I due, identificati in Federico Arcieri e Gianluca Di Silvio, prendono i soldi e se ne vanno, urlando, dopo aver spaccato un vetro con un pugno.

Qualche giorno prima, i Di Silvio avevano dato in escandescenze anche nella sede dell'Ordine dei Commercialisti in via Armellini. Dopo essere entrati nei locali avevano chiesto, alla loro maniera, il nome di un commercialista presso il quale costituire una nuova società. Le impiegate, dopo aver fornito informazioni generali, avevano invitato i due a consultare il sito internet dedicato, dove avrebbero trovato la lista dei professionisti.

Nei giorni successivi, dopo il rifiuto del commercialista contattato, i due sono tornati nella sede dell'Ordine e, fuori orario di ricevimento trovando le porte chiuse, hanno iniziato a insultare le dipendenti che erano all'interno, prendendo a calci le porte. Il messaggio era chiaro: nessuno poteva dire no ai Di Silvio.

Marco Cusumano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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