Direttrice Asl di Latina: «In un anno smaltiti 600 interventi chirurgici»

Liste d'attesa, Silvia Cavalli spiega cosa si sta facendo per ridurle e quali sono gli obiettivi per il 2024

Direttrice Asl di Latina: «In un anno smaltiti 600 interventi chirurgici»
di Vittorio Buongiorno
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Sabato 20 Gennaio 2024, 11:44

IL PROBLEMA

Visite ok, male gli esami diagnostici (alcuni malissimo) e gli interventi chirurgici. E' l'ultima fotografia delle liste d'attesa della Asl di Latina. Abbiamo chiesto alla direttrice generale Silvia Cavalli di spiegare cosa si sta facendo per ridurle e quali sono gli obiettivi per il 2024.

«Nel 2023 abbiamo fatto un gran lavoro di riorganizzazione e di "pulizia" con un incremento di produttività già importante. Diciamo che c'è ancora una situazione di luci ed ombre».
Partiamo dal dato peggiore. Sei mesi per una risonanza, malgrado poche richieste. Come è possibile?
«Abbiamo un offerta limitata. Ad oggi c'è una risonanza al Goretti, una a Formia, più una piccola per gli arti a Terracina. Nel 2023 abbiamo usato di più e meglio quelle di Formia e del Fiorini, ma quella di Latina continua ad essere assorbita totalmente dai pazienti interni all'ospedale. In programma c'è l'acquisto di una seconda risonanza da 3 tesla che abbiamo richiesto con fondi articolo 20, che affianchi quella attuale da 1,5 tesla, così da avere due apparecchi come è previsto per un Dea di II livello. Va anche detto che l'offerta pubblica si somma a quella del privato accreditato, e anche quella è modesta in provincia, abbiamo un deficit di offerta».

Le attese riguardano un numero minimo di pazienti, possibile che i ritardi siano anche di un anno e mezzo per una risonanza non urgente?

«Per prima cosa che il numero di pazienti in lista di attesa è quello di chi è riuscito a prenotare, molti altri che non ci riescono sfuggono a questo monitoraggio. Comunque è vero che c'è deficit rilevante pubblico di offerta e che va incrementata. Ma bisogna tener conto del fatto che ogni anno che passa questa metodica sta ampliando le sue indicazioni, un caso per tutti il tumore alla prostata, oggi la diagnosi si fa con risonanza. Quindi non solo c'è poca offerta ma ci sono sempre più esami da fare».
Quando avremo la nuova risonanza 3 tesla?

«La Regione sta per sottoscrivere un accordo di programma con il ministero, poi la scheda di Latina andrà rimodulata».

Quindi non saranno tempi brevi?
«No, ma se in tre o quattro mesi si definisce l'accordo, entro fine anno, inizio 2025 arriverà»

Quanto migliorerà la situazione?
«Con il 3 tesla si faranno studi che oggi non facciamo, anche a livello cardiologico, entreranno più discipline e poi dipenderà dal numero di professionisti che avremo, serve un radiologo e un tecnico di radiologia per ogni turno. Sicuramente sarà fondamentale, e sarà una garanzia anche in caso di fermo macchina dell'altro apparecchio, eviteremo lo stop come lo scorso anno».

I pazienti lamentano lunghe attese anche per le colonscopie.
«Sulle prestazioni cliniche, sulle visite, abbiamo evidenza che cittadinanza trova risposta adeguata. Non è scontato e non è poco. Sulla diagnostica abbiamo carenza di offerta anche su ecodoppler e colonscopie, soprattutto correlate con lo screening di secondo livello e successivi follow up. Abbiamo fortemente incrementato l'offerta, comprato nuovi colonscopi e gastroscopi, però non riusciamo a dare risposta a tutta la popolazione che è crescente, perché sì, ogni anno il numero pazienti tende a crescere».

Quindi qual è il piano per ridurre le attese per questi esami?
«Continueremo nel potenziamento dell'offerta che trova il suo limite oggi nelle sale endoscopiche: ne abbiamo tre a Latina e 2 a Formia che lavorano per urgenze, ambulatori e screening. Con risorse umane in più, e ci stiamo lavorando, potremo ampliare il numero degli esami con più sedute il pomeriggio.
Certo, dover aspettare un anno per fare una colonscopia in una struttura pubblica è drammatico.
«Diamo priorità a chi ha indicazioni specialistiche precise, e ci stiamo impegnando per rilasciare più slot anche al resto delle richieste»

Lunghe attese anche per gli interventi chirurgici.
«Abbiamo per la parte chirurgica aderito al programma regionale di riorganizzazione della classificazione degli interventi e di riprogrammazione dell'offerta - spiega il direttore sanitario Sergio Parrocchia - e questo già ha portato benefici.

Abbiamo recuperato tutte le classi A (ovvero gli interventi più urgenti) che residuavano dagli anni precedenti prima del 28 febbraio scorso. Lo abbiamo fatto al 95%. E abbiamo messo su un modello omogeneo che quest'anno riproponiamo per una programmazione efficiente e produttiva».

Cerchiamo di capire: di quanto sono state ridotte le liste d'attesa chirurgiche?
«Del 15% il numero complessivo, del 34% quelle di classe A (le più urgenti)».
Ad oggi quanti sono i pazienti in attesa di un intervento programmato?
«Stimiamo - dicono Cavalli e Parrocchia - che ce ne siano 3.500 in pancia, ma redistribuiti secondo un nuovo e più preciso sistema di classificazione».

Questo numero di quanto è stato ridotto dal primo gennaio di un anno fa?
«Di 600 persone in un anno»

Dei 3.500 in attesa, quanti sono interventi urgenti?
«Il 30 per cento è classe A, circa 1100, il 30 per cento classe B, altri 1.110, e il resto ripartito nelle altre classi. Prima le classi A erano il doppio delle B».

In questo piano di abbattimento delle attese per interventi chirurgici quanto aiutterà la nuova sala operatoria di day surgery?
«Il day surgery pesa per la metà della lista di attesa - spiega Parrocchia - E se la faremo funzionare al massimo delle sue potenzialità libereremo totalmente dal day surgery le altre sale operatorie, visto che la metà delle liste si potranno smaltire in day surgery».
«E migliorerà la produttività del blocco operatorio maggiore che si potrà dedicare totalmente agli interventi più complessi» aggiunge la Cavalli.
«I benefici li abbiamo visti anche sui ricoveri per interventi chirurgici: nel 2023 sono aumentati e migliorati in controtendenza rispetto a quelli generali che sono diminuiti» spiega ancora Parrocchia.

Aumenteranno ancora le sale operatorie?
«Nel 2023 abbiamo lavorato all'ammodernamento tencologico su quelle esistenti su tutti gli ospedali. L'ultimo: aggiornamento 3 colonne laparoscopiche. Proseguiremo anche nel 2024 con i fondi per il giubileo. Abbiamo creato le premesse per potenziamento ulteriore dell'attività chirurgica».

E il personale?
«Non passa giorno che non pubblichiamo bandi o manifestazioni di interesse. Stiamo lavorando anche su questo».

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