Sono stati «rivendicati» con video e fotografie pubblicate sui social il tuffo dal tetto di un edificio e altri salti tra i canali di Venezia, che la scorsa settimana avevano sollevato polemiche e la reazione del sindaco
Luigi Brugnaro. Autori delle bravate sono i componenti di un gruppo inglese che si chiama «Phat» e
si definisce una «squadra professionista di parkour» di Londra. Gli autori hanno rivendicato la "prodezza" su i loro profili social.
Su Youtube è riassunta in un video quella che i ragazzi definiscono «una selvaggia avventura di tre giorni a Venezia, dove affrontano sfide una per una e spingono i propri limiti in una città che li odia».
Definizioni che non cambiano la realtà: in queste imprese non si vede alcuna giustificazione sportivo-artistica-antagonistica e tanto meno alcuna sfida alle istituzioni.
Il parkour è nato in Francia a partire dalla metà degli anni Ottanta e prevede di raggiungere una meta superando ogni tipo di ostacolo solo con la propria prestanza fisica. Il termine parkour è stato ideato da David Belle partendo da parcours du combattant (percorso del combattente), ovvero il percorso di addestramento militare teorizzato da Georges Hébert.
Nei 19 minuti di video dei Phat, intitolato «Sfidando gli avvertimenti del sindaco», i ragazzi si esibiscono in diverse performance per la città e fanno anche amicizia con turisti e residenti, che a loro volta li riprendono con i loro. Qualche evoluzione finisce con un tuffo imprevisto nei rii, altre volte si fanno dare un passaggio da qualche imbarcazione di passaggio.
Alla fine, il salto «davvero speciale» e che ha fatto il giro del mondo, il tuffo dal tetto dell'edificio in campo San Pantalon. Il video spiega anche come uno dei componenti di 'Phat' sia riuscito a raggiungere la sommità, semplicemente arrampicandosi su alcune impalcature che sono montate sulla facciata.
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