VENEZIA - Quando è troppo è troppo. Lo devono aver capito anche i protagonisti dell'assurda bravata di venerdì mattina con il tuffo in rio Novo a Venezia. Nessun video diverso da quello che ha spopolato finora sui vari social network è stato infatti al momento rilasciato. Comunque, non il video girato dai complici armati di telecamera in attesa sul ponte di San Pantalon che si verificasse il volo. E, a chi organizza questi blitz con certosina meticolosità, la cosa non può che far male: niente applausi dalla loro comunità per il "colpo" effettuato, niente condivisioni virali, niente eventuali guadagni. Niente di niente. Tutto questo perché la polizia locale (e non solo) ha le antenne puntate sul web e al primo accenno della pubblicazione scatterebbe la caccia grossa.
INDAGINI
Per il momento, quindi, alla polizia locale non rimane che concentrarsi sui volti dei personaggi che sono stati isolati dai video girati dai passanti e dalle telecamere di sorveglianza della zona.
L'individuazione diventerebbe ardua solo se queste persone (organizzatori e tuffatore) fossero stati ospiti di qualcuno senza essere quindi registrati da nessuna parte oppure ospitati in un'attività completamente in nero, che per definizione ha gli ospiti "invisibili". In ogni caso, le telecamere hanno fatto il loro lavoro, a cominciare da quella della banca che si trova al pianterreno del palazzo da cui è avvenuto il tutto che, se era funzionante, deve aver immortalato l'uomo. Quanto al tuffo, la posizione tenuta durante il volo evidenzia come non si sia trattato di un tuffatore della domenica, ma di uno che sa il fatto suo e probabilmente non è nuovo alle grandi altezze. Il fatto che il rio Novo in quel punto sia profondo poco più di 2-3 metri significa anche che potrebbe esserci stato un sopralluogo anche per verificare la profondità del canale. E, quindi, la fattibilità del tuffo.
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