Terremoto, settantamila edifici inagibili: otto anni per ricostruire tutto

Terremoto, settantamila edifici inagibili: otto anni per ricostruire tutto
di Italo Carmignani
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Domenica 14 Ottobre 2018, 09:42 - Ultimo aggiornamento: 11:21
ROMA La sorpresa arriva alla vigilia di una staffetta, regala più luci che ombre alla ricostruzione del dopo sisma e accende un cero alla possibilità. Sempre che sia davvero una sorpresa scoprire come il ripristino completo delle prime case distrutte da uno dei più vasti terremoti italici sia possibile in quattro anni.
E che, seguendo il ritmo di 120 decreti per ricostruire a settimana che sommati fanno 500 al mese e 6mila ogni anno, si possa chiudere la partita di tutte le 50mila case distrutte nell'arco di otto anni. Possibile? Sì, stando alle addizioni dell'ufficio del commissario straordinario, dove la conduzione sta per passare da Paola De Micheli a Piero Farabollini, un politico la prima e un tecnico l'altro. C'è solo un problema.
IL LIBRO DEI SOGNI
Come nei balli del nuoto sincronizzato, anche in questo caso la possibilità s'infrange contro la perdita di ritmo. Per assegnare tutti i soldi in otto anni occorre continuare a far lavorare la macchina del recupero alla stessa velocità in cui è lanciata ora.
Se l'accelerazione rispetto a un motore inizialmente imballato dalla vastità del territorio toccato dalle scosse è dovuta all'ordinanza 46 che ha umiliato la burocrazia eliminandola, fondamentale è mantenere il personale al lavoro sulle pratiche nei vari Comuni del cratere. Seguendo il principio della neve sciolta dal sole, le difficoltà non arrivano dai finanziamenti perché per i prossimi tre anni i soldi ci sono per tutto, ma dalla capacità di riuscire ad attivarli.
I PROGETTI
Perché non funziona come al bancomat, per avere i finanziamenti servono progetti e per assurdo le maggiori difficoltà ora arrivano dal comparto pubblico. Perché se molti Comuni, come Castelsantangelo e Pieve Torina, hanno già realizzato addirittura le perimetrazioni del centro storico, molti sindaci sono in ritardo sui piani pubblici.
Ma attenzione: mica facile per un Comune di 1000 abitanti (quando va bene) che non ha certo una struttura manageriale presentare progetti in tempi rapidi che abbiano tutti i criteri per avere una parte di quei 2,5 miliardi messi a disposizione. A Visso, tanto per fare un esempio, la rincorsa è ancora lunga, nonostante il sindaco di efficienza leghista.
LA SANATORIA
La staffetta tra commissari regala una velocità da ricostruzione friulana, ma lascia aperte diverse questioni come quella degli abusi edilizi e della loro sanatoria in corso d'opera.
La famosa nonna Peppina potrà tenere nel suo giardino una casetta di legno per le eventuali nuove scosse di cui potrebbe soffrire l'Appennino? Il dubbio resta intatto, nonostante le promesse arrivate in Parlamento dai banchi della maggioranza di risolvere la questione nel miglior modo possibile. Non solo: i soldi stanziati nelle ordinanze per le opere pubbliche ci sono realmente? È di appena tre giorni fa l'uscita della parlamentare del Pd Stefania Pezzopane che senza mezzi termini ha lanciato l'allarme sui soldi.
IL NODO SCUOLE
Altro esempio di opere pubbliche in ritardo arriva dall'adeguamento sismico delle scuole. A Rieti, come in altre grandi città a margine del cratere del sisma, non sono partite neanche le gare per le progettazioni: ieri nella città laziale è stata chiusa una scuola da sempre considerata a rischio (è crollato del calcinaccio dal soffitto in un'aula durante le lezioni) per cui ci sono 9 milioni di euro da spendere, ma solo sulla carta.
LA SFIDA
La ricostruzione è come una macchina alla quale occorre costruire la strada mentre avanza verso l'obiettivo del fine corsa, quando tutte i 70mila edifici (tra case e chiese) distrutti o danneggiati dal sisma avranno un nuovo tetto e una nuova anima. La sfida è sapere spendere quei venti miliardi dedicati a ricostruire quanto la natura perfida ha tirato giù. Oltre ai Comuni ci saranno le Regioni a dovere fare le leggi adeguate. Ma questa è una partita tutta politica. Che la terra misurata in gradi Richter non potrà mai capire o giocare.
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