Stupro Caivano, vittime hanno 10 e 12 anni: violentate e filmate da mesi. Almeno 15 coinvolti e scoperti via chat

Soltanto un ragazzo del branco è maggiorenne. Un filmato delle violenze inviato al fratello di una vittima

Stupro Caivano, vittime hanno 10 e 12 anni: violentate e filmate da mesi. Almeno 15 coinvolti e scoperti via chat
di Marco Di Caterino
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Sabato 26 Agosto 2023, 00:08 - Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 09:04

Una decina di cellulari sequestrati e 15 ragazzi sospettati, tutti identificati: alcuni sono minorenni, due sono figli di potenti capi delle piazze di spaccio del Parco Verde e del cosiddetto “‘o Bronx”, un complesso di case popolari ex Iacp che si trova a qualche centinaio di metri di distanza. Nel gruppo c’è anche un diciannovenne con precedenti specifici. Si allarga l’indagine sullo stupro di gruppo al Parco Verde di Caivano, con vittime due cuginette di 10 e 12 anni, abusate da mesi e convinte a suon di schiaffi e minacce a stare zitte se non volevano finire male, o essere additate come prostitute «da tutto il Parco Verde». Famiglie molto difficili alle spalle per entrambe le bambine, che nemmeno frequentavano, se non sporadicamente, la scuola, che insieme alla parrocchia di don Maurizio Patriciello e all’associazione “Un’infanzia da Vivere”, è l’unico presidio di legalità in questo difficile posto. Vittime predestinate. E carnefici coperti dalla più rigorosa omertà. Tutti nel Parco Verde sapevano e tutti hanno taciuto. La più piccola era costretta da più di un anno ad avere rapporti sessuali completi con un sedicente fidanzatino, figlio di quella cosiddetta “borghesia delle piazze di spaccio”. Poi, dall’inizio dello scorso gennaio, entrambe le cuginette sono diventate bambole di carne date in pasto al resto del branco. Quanti siano stati gli episodi di violenza non è ancora chiaro. Gli inquirenti, coordinati dalla Procura dei minori e da quella di Napoli Nord, hanno accertato che le ragazzine venivano avvicinate dai componenti del branco - un numero cresciuto nel corso dei mesi - non appena uscivano di casa. Poi venivano costrette a seguire i carnefici fino al luogo scelto per le violenze. Un paio di volte sono state portate presso l’ex complesso sportivo “Delphinia”, a ridosso del Parco Verde. Un posto orribile, pieno di rifiuti e tappezzato di siringhe usate.

 

I filmati

A tradire gli stupratori è stato il “vezzo” di registrare le violenze in video, fatti poi girare in chat con commenti trionfalistici. Uno dei filmati è finito sul telefonino del fratello di una delle vittime. I familiari delle bambine si sono precipitati dai carabinieri della locale compagnia, diretta dal capitano Antonio Maria Cavallo, e, alla presenza dei genitori, le vittime sono state ascoltate in un ambiente protetto. Immediate sono scattate le indagini. In poche ore i militari hanno identificato una quindicina di sospettati e sequestrato una decina di cellulari. La procura dei minori di Napoli ha anche disposto per entrambe le vittime l’allontanamento dalle rispettive famiglie e la sistemazione in una struttura adeguata. «La minore era ed è esposta, nell’ambiente familiare, a grave pregiudizio e pericolo per l’incolumità psicofisica», si legge nella relazione dei servizi sociali. Gli stessi assistenti sociali, scrive il pm, «sono intervenuti in una situazione di chiara emergenza allo scopo di mettere in sicurezza la minore delle condotte dei genitori». E ancora: «È stata vittima di gravi abusi da parte di un gruppo di coetanei. Lo stile di vita della minore, che ha “favorito” la perpetrazione del reato ai suoi danni, è senz’altro frutto della grave incuria dei genitori che con ogni evidenza hanno omesso di esercitare sulla figlia il necessario controllo».

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L’appello

L’allontanamento è stato disposto per entrambe. Al provvedimento si è opposto l’avvocato Angelo Pisani, legale della famiglia della 12enne. «C’è un degrado infernale - dice il legale - una chiara responsabilità delle istituzioni, incapaci di tutelare i diritti dei minori.

C’è la necessità di rompere questo ciclo di violenza, di atrocità, che si compiono ogni giorno ai danni dei bambini». 

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