Doppio selfie con i morti. Non è il titolo di chissà nuovo film pulp, ma qualcosa di molto più serio come lo è un processo in tribunale. Scattate con il cellulare, le due foto sono l’atto d’accusa della procura della Repubblica di Oristano contro l’operaio addetto al trasporto dei cadaveri nel cimitero di Bolotana, comune del Nuorese. L’imputato - Mirco Campus, 45 anni - deve rispondere di vilipendio di cadaveri, perché nei due macabri fermo immagine, che poi aveva fatto girare sui social, al suo fianco ci sono due corpi immobili, morti da tempo. Uno è con la sigaretta in bocca, l’altro ha sul petto delle bottiglie di birra, alle loro spalle c’è lui: il regista e attore protagonista di questa sceneggiatura horror.
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I FATTI
Secondo il pubblico ministero, a organizzare tutto sarebbe stato proprio l’operaio.
LE INDAGINI
Scattano le indagini, che portano all’identificazione dell’attore protagonista e poi al suo rinvio a giudizio per vilipendio di cadaveri. Qualche giorno fa gran parte della vicenda è stata ricostruita in Tribunale primi testimoni e il 6 novembre ci sarà una nuova udienza. Secondo l’avvocato difensore dell’imputato quelle foto sarebbero frutto di una «necessità tecnica». A confermarlo anche il datore di lavoro dell’operaio specializzato. Sarà anche vero, ma allora perché poi gettarle in pasto ai social? È stata proprio questa la prima domanda che s’è fatto il pm all’inizio del processo in Tribunale, e una risposta ancora non l’ha avuta da chi in aula s’è presentato comunque a capo chino. Forse s’è pentito, l’imputato, o come minimo è stato piegato dal peso della vergogna. Sempre che l’invocata “necessità tecnica” non finisca per essere la sua unica e possibile via di fuga da una condanna da un anno a tre anni di reclusione.
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