Rovigo, nella sala del pronto soccorso non c'è posto: mamma e bimbo al freddo nel garage. La Ulss si scusa

A denunciare l'accaduto, è la protagonista della triste vicenda, che sui social ha pubblicato lo scatto desolante

Rovigo, nella sala del pronto soccorso non c'è posto: mamma e bimbo al freddo nel garage. La Ulss si scusa
3 Minuti di Lettura
Sabato 17 Dicembre 2022, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 14:41

Al freddo nel garage dove parcheggiano le ambulanze del pronto soccorso, perché nella sala d'aspetto dell’ospedale Santa Maria Regina degli Angeli, ad Adria, provincia di Rovigo, per lei e suo figlio piccolo in braccio, non c'era posto.

A denunciare l'accaduto, è la protagonista della triste vicenda, che sui social ha pubblicato lo scatto desolante, che ritrae la donna seduta in un locale privo di riscaldamento, se non una piccola stufa di fortuna, che tiene in braccio suo figlio avvolto in una coperta per proteggerlo dalle gelide temperature di questo periodo, si legge su Il Gazzettino.

Roma, incidente alla Garbatella: tir contro scooter, morti due ragazzi di 18 anni

Lo scatto 

«Non è nel mio carattere lamentarmi ed esporre certi problemi sui social ma questa non potevo non pubblicarla.

A voi le considerazioni. Questa è l’accettazione del Pronto Soccorso di Adria», scrive la donna, che denuncia una condizione, purtroppo, non nuova all'ospedale di Adria, tanto che anche il sindaco Omar Barbierato si è occupato della vicenda, ottenendo l'assicurazione da parte del direttore dell’Ulss 5, Patrizia Simionato, che l’accettazione del Pronto Soccorso sarà risolta al più presto.

Le scuse della Ulss

Appreso quanto accaduto, il sindaco, Omar Barbierato ha ottenuto l'assicurazione da parte del direttore dell' Ulss 5, Patrizia Simionato, che la situazione nelle stanze dell'accettazione del Pronto Soccorso dell'Ospedale Santa Maria Regina degli Angeli sarà risolta al più presto. Da parte sua la Direzione dell'Azienda Ulss 5 Polesana, in una nota ha espresso indignazione per quanto accaduto, e si è scusata con la famiglia coinvolta e tutti gli utenti. «Purtroppo, questo rappresenta il risultato di una troppo rigida interpretazione delle norme - sottolinea il comunicato - senza tenere conto dei conseguenti effetti sui cittadini». l'Azienda Ulss 5 annuncia di aver già avviato una indagine interna «tesa a verificare le responsabilità di quanto accaduto, nella certezza che sarebbe bastato applicare le direttive regionali, inviando i bambini subito in area pediatrica, trovando contemporaneamente un locale adeguato per chi attende l'effettuazione del test tampone». Per Simionato «il buon senso deve sempre prevalere, ovviamente nel rispetto della norma».

© RIPRODUZIONE RISERVATA