Strage Erba, rinvio per Olindo e Rosa. Il pg contro la revisione: «Nuove prove inverosimili»

Il procuratore: «Confessione manipolata e vendetta per la droga sono suggestioni». Per assistere all’udienza le prime persone si sono messe in coda alle quattro di mattina

Strage Erba, rinvio per Olindo e Rosa. Il pg contro la revisione: «Nuove prove inverosimili»
di Claudia Guasco, nostra inviata
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Venerdì 1 Marzo 2024, 22:01 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 15:14

Seduti in gabbia uno accanto all’altra, vicini ma composti. Impassibili anche quando vengono mostrate le immagini dell’appartamento imbrattato di sangue e grigio di fumo. Ogni tanto bisbigliano, però niente effusioni come nei precedenti processi, né risatine di scherno quando vengono presentate le prove a loro carico.

SUGGESTIONI

Rosa Bazzi e Olindo Romano sanno che è la loro ultima possibilità. Per la Procura generale di Brescia però non va nemmeno presa in considerazione. Contro i coniugi condannati all’ergastolo per la strage di Erba c’è «una cascata di prove che non risultano avere la capacità demolitoria del giudicato», afferma il pg Guido Rispoli. E l’ipotesi di altri colpevoli è «inverosimile». Dopo tre gradi di giudizio con sentenza univoca (fine pena mai) il massacro nella casa con cortile di via Diaz dove l’11 dicembre 2006 vennero uccisi Raffaella Castagna, il figlio di due anni Youssef, la vicina Valeria Cherubini e ferito gravemente il marito Mario Frigerio, la difesa della coppia si presenta davanti alla Corte D’Appello con altre perizie, testi e piste alternative. E il fatto che siano arrivati fin qui sconcerta l’Avvocato generale dello Stato, Domenico Chiaro: «Siamo di fronte a suggestioni mediatiche, non sono fatti nuovi dal punto di vista probatorio». Anzi, «non assurgono a dignità di prove. Si sono superati i limiti, spetta a noi far tornare questo processo nell’alveo della normalità». Solo fatti, quindi. Non è vero, sostiene Chiaro, che la condanna di Rosa e Olindo si basa solo su tre pilastri: le loro confessioni, Frigerio che ha riconosciuto il suo coinquilino nei panni dell’assassino, la traccia di sangue sulla sua auto.

«Se anche ne cadesse una, potremmo comunque fare un processo indiziario», riflette.

Ma qui c’è molto di più, come espone l’accusa nelle 61 pagine di memoria depositata: ci sono il «poderoso movente» - l’odio e la rabbia di due stalker che perseguitavano Raffaella perché infastiditi dai rumori - le ecchimosi di Olindo, la ferita di Rosa, la manomissione del contatore, l’analisi delle ferite inferte, i colloqui psichiatrici. Per contro, non sussistono «fatti nuovi» sotto il profilo probatorio, semmai «prove impossibili da ribaltare», rimarca il procuratore generale Rispoli. Cita il film di Woody Allen “Match point” a proposito del destino, Chiaro evoca “Il grande bluff”, il difensore di parte civile dei Castagna, Massimo Campa, parla di «commedia dell’arte, drammatica però». Per la pubblica accusa i dubbi sollevati dalle difese sulle intercettazioni «sono montate sul nulla» e la revisione presentata dal sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser «è inammissibile perché redatta e firmata da un soggetto che non è titolare» di questo potere. La sua istanza rappresenta «un unicum nella storia italiana», peraltro di parere opposto a quello della Procura generale di Milano. E viene smontata un pezzo alla volta. La repertamento della traccia ematica sull’auto di Olindo, secondo Rispoli, è stata regolare e non si capisce perché «i carabinieri avrebbero dovuto mettere una macchia lì», le ferite inferte a Valeria Cherubini non erano tali da impedirle di trascinarsi al piano di sopra, il racconto di Frigerio non è stato alterato da alcun «falso ricordo, ha fatto fin da subito il nome di Olindo ripetendolo tre volte».

 

RITORSIONE

Quanto alla congettura di una vendetta della criminalità organizzata per motivi di droga, prima della strage i killer avrebbero perlomeno minacciato Azouz Marzouk. Invece «nulla». «Si dicono: qual è il modo migliore per colpire Marzouk? Fare una strage della sua famiglia, in pieno centro della città in una corte chiusa. E allora stanno là casa ad aspettare. In più gli assassini della banda decidono di guardarsi Uomini & Donne aspettando di compiere il massacro», riassume Campa. E poi ci sono i due protagonisti, che paiono sprovveduti ma sono tutt’altro. Rosa che «conduce le danze nel balletto degli interrogatori», Olindo che si vuole far passare per «un minus habens ma non lo è affatto. Dategli l’Oscar per la recitazione». Ad ascoltare seduto in aula c’è anche Azouz Marzouk: «Loro sono innocenti, la giustizia non è stata fatta. Stiamo ottenendo parte di una rivincita, sto conducendo questa lotta per tutti». Gli risponde Giuseppe Castagna, le sue parole sono pietre. «Azouz in tutta la sua vita ha sempre lottato per se stesso. Prima ha lasciato sola Raffaella ad affrontare i vicini e a difendere suo figlio, dopo ha lottato per monetizzare al meglio il suo status di vittima». Il 16 aprile tocca alla difesa. «Il pg è entrato nel merito - afferma l’avvocato Fabio Schembri - Vuol dire che queste prove non sono così inammissibili e lo dimostreremo». Per assistere all’udienza le prime persone si sono messe in coda alle quattro di mattina, a diciotto anni dal massacro nessuno ha dimenticato Rosa e Olindo.

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