Le proteste "Io Apro" hanno visto grande partecipazione, ma anche violenze e conseguenti interventi della polizia. E' di questo tema che si è occupata l'ultima puntata di Monitor su Italia 7, condotta da Gaetano D’Arienzo, dove erano presenti membri delle forze dell'ordine e sociologi.
In apertura della trasmissione il vice direttore del Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini, ha parlato l'importanza della gestione di alcune situazioni in questo momento storico, sottolineando quale dev'essere il ruolo delle istituzioni: «È necessario che anche gli organizzatori prendano le distanze dai violenti, che li isolino e non si facciano strumentalizzare. Il governo deve però farsi carico realmente della situazione, provvedere ai ristori in maniera adeguata».
Durante la trasmissione, il Prefetto Francesco Tagliente ha ribadito l’importanza della politica del doppio binario: è necessario ascolto e dialogo con i rappresentanti delle parti sociali e la condanna degli infiltrati violenti. «Meglio l’inchiostro del manganello», ha sottolineato.
Il Questore di Livorno Roberto Massucci ha ricordato, nel corso della trasmissione, le tutele costituzionali e i diritti dei cittadini, per ribadire la necessità di una polizia capace di unire lo svolgimento del lavoro alle difficoltà delle persone così da evitare atti di illegalità.
I prefetti Alessandra Guidi di Firenze e Armando Forgione di Chieti, hanno detto che le prefetture dovrebbero assumere il ruolo di catalizzatori delle istanze così da veicolarle sui canali istituzionali.
La pioggia non ferma i manifestanti “Io Apro”. Le tensioni con la polizia a un passo da Montecitorio
Sono intervenuti anche Nicola Ferrigni e Anna Maria Giannini parlando dei meccanismi psicologici e sociali che trasformano le paure in violenze. Entrambi hanno sottolineato come la coesione tra il sapere accademico e i vissuti professionali e la promozione di una cultura della sicurezza condivisa rappresentano la strada per uscire dalla pandemia e per la legalità.
In chiusura della trasmissione il prefetto Tagliente ha presentato il progetto “Itinerari di sicurezza”: un progetto partito da Firenze che immagina nuove tappe per continuare a promuovere la cultura della sicurezza condivisa, declinata alle esigenze dei territori che ospiteranno i prossimi dibattiti.
Il dibattito è utile per promuovere un modello organizzativo che vede le conoscenze degli studiosi delle scienze comportamentali di diverse Università, viaggiare di pari passo e supportare il lavoro in polizia. In questa direzione è determinante anche l’ascolto, il dialogo e la mediazione con i promotori delle manifestazioni, finalizzati ad aiutare le persone che hanno necessità di far sentire la loro protesta.