Palazzina crollata a Rescaldina: un tubo del gas era stato scollegato

Palazzina crollata a Rescaldina: un tubo del gas era stato scollegato
2 Minuti di Lettura
Martedì 7 Maggio 2019, 14:13
MILANO Sono le sette e mezza di mattina del 31 marzo 2018 quando un fortissimo boato scuote Rescaldina, piccolo centro in provincia di Milano. Crolla una palazzina, i vigili del fuoco estraggono dalle macerie nove persone. Tutte ferite e una non ce la farà: è Saverio Sidella, 45 anni, sergente maggiore dell’esercito. Ora i periti incaricati dalla procura di Busto Arsizio di chiarire le cause della deflagrazione hanno consegnato la loro relazione ai magistrati. E la conclusione è la seguente: è stato un tubo del gas scollegato manualmente nella cucina della famiglia Sidella - composta dal sergente maggiore, dalla moglie Maria e dai due figli di sette e dieci anni - a provocare l’esplosione e il conseguente crollo dell’edificio.

TUBO SCOLLEGATO
A seguito della deflagrazione marito e moglie vengono indagati per strage, ma diciotto giorni dopo la tragedia Saverio Sidella, con ustioni di terzo grado sul 98% del corpo, muore. Non essendo emersi indizi a carico della donna e non essendovi prove che in casa loro, dove si innescò l’esplosione, vi fossero altre persone, la procura ha chiesto l’archiviazione delle accuse. Adesso la perizia fornisce nuovi elementi. È nella cucina della famiglia Sidella che gli inquirenti hanno individuato il tubo di erogazione del gas scollegato dal piano cottura della cucina, le cui manopole sono risultate altresì tutte aperte. Nessuna filettatura dei tubi del gas strappata, bruciature sulle medesime ritenute successive alla deflagrazione «portano a escludere un’azione di sradicamento determinata dall’esplosione e, in generale, l’ipotesi accidentale». Con queste parole gli esperti incaricati di approfondire gli accertamenti avviati da vigili del fuoco e inquirenti hanno verosimilmente cristallizzato «l’agire umano» quale causa della spaventosa esplosione che, un anno e due mesi fa, ha sventrato la palazzina di via Brianza 34.
NESSUNA TRACCIA ESPLOSIVA
Oltre a ciò, la presenza di enormi quantità di gas in quello stesso appartamento, quella mattina, sarebbe documentata dalla lettura del contatore.
In nessun altro appartamento o locali comuni della palazzina, sempre stando alla perizia, sono state rinvenute tracce o residui di materiale esplosivo. Al momento dell’esplosione il sergente maggiore dell’esercito si trovava in cucina, mentre la moglie e i figli dormivano ancora. Rocky, il cane della famiglia Sidella, è stato estratto vivo dai vigili del fuoco dopo essere rimasto intrappolato tra i calcinacci per una settimana.
© RIPRODUZIONE RISERVATA