DOPO L'ALLUVIONE«Sto facendo nuove zone - racconta -, ma alcune sono off limits, a causa dei danni dell'alluvione di fine ottobre. Vorrei tanto che mettessero in protezione il sentiero che va verso Casera Pescol, così potrei andare più in là. In questo momento non è sicuro. Non so nemmeno se chi ha la competenza di occuparsi di questi sentieri sa in che condizioni sono messe quelle zone. Bisogna intervenire».
LE RICERCHEA metà dicembre su ordine della Prefettura, dopo la richiesta dell'associazione dei famigliari delle persone scomparse, Penelope, i vigili del fuoco sono usciti per una nuova perlustrazione in valle. Ma anche questo tentativo ha dato esito negativo. Monica ha dedicato giornate intere alle ricerche nella Valle che conosce ormai metro per metro. «Ho perso il conto di quante volte sono andata lassù - spiega - conosco anche le singole rocce».
IL REBUSLa scomparsa di Giocondo resta un mistero anche dopo 7 mesi. Un giallo che si infittisce se si pensa alla segnalazione di un avvistamento di un anziano simile a Giocondo, seduto sul muretto sulla Panoramica a Belluno. Ma la testimonianza arrivò dopo un mese e non fu possibile verificarla. Si rivelò infondata invece nelle ore a ridosso della scomparsa la segnalazione di un anziano simile a Giocondo a Ponte nelle Alpi. Il cappellino dell'anziano venne rinvenuto sul greto del Piave a Davestra, ma il suo corpo non è mai stato ritrovato e la speranza di Monica non si spegne.
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