Incidente motoscafo all'Argentario, alla guida un imprenditore danese: padre e figlio erano sulla plancia di comando

Durante l'impatto le compagne leggevano un libro a poppa

Incidente motoscafo all'Argentario, alla guida un imprenditore danese: padre e figlio erano sulla plancia di comando
di Valeria Di Corrado e Nicola Pinna
3 Minuti di Lettura
Lunedì 25 Luglio 2022, 10:18 - Ultimo aggiornamento: 19:16

Andava a forte velocità, nonostante la visibilità scarsa (dovuta ai raggi del sole in fase calante) e con il pilota automatico inserito, che però non è in grado di scansare gli ostacoli presenti in mare. Il 58enne danese, Per Horup, al comando del motoscafo che intorno alle 17,30 di sabato è planato sopra a una barca a vela, è ora indagato dalla Procura di Grosseto per omicidio colposo, lesioni colpose e naufragio. Probabilmente l'uomo (un imprenditore di Aabenraa, piccolo comune posto all'estremità del fiordo di Syddanmark, nel sud della Danimarca) era distratto e lontano dal timone. L'imbarcazione era di sua proprietà e la teneva in rimessaggio in un porto toscano. Quando è avvenuto il tragico incidente, sul motoscafo con lui c'era il figlio Mikkel Horup, 26 anni: secondo la loro versione entrambi si trovavano in plancia di comando. Mentre la nuova compagna, Tine Lehmann (53 anni, proprietaria di una clinica estetica a Sønderborg), e la fidanzata del figlio, Anna Maria Dürr (24 anni), erano a poppa a leggere tranquillamente un libro.

Andrea Coen e l'incidente in barca all'Argentario: l'uomo degli arazzi che sarebbe dovuto restare a terra


I danesi - che erano stati a Giannutri e dovevano tornare all'isola d'Elba - sono rimasti illesi. Non si sono opposti all'effettuazione dell'alcol test e del drug test. Se per Horup dovesse risultare positivo, il pm di turno, Valeria Lazzarini, potrebbe contestargli anche l'aggravante specifica. Come successo per i due tedeschi a bordo del motoscafo Riva che il 19 giugno 2021 travolse un gozzo fermo e con le luci accese, uccidendo i due giovani fidanzati che erano a bordo. Entrambi i tedeschi, infatti, avevano abusato di alcolici.
L'ITALIA NON È UN PARCO GIOCHI
Rabbia sui social per l'ennesima tragedia che vede come protagonisti stranieri in vacanza in Italia.

Persino i nordici, famosi per il loro senso civico, quando vengono nel nostro Paese sembrano dimenticare le regole che a casa loro rispettano diligentemente. «L'Italia non è un parco giochi, spero ci sia una condanna esemplare per i 4 danesi che hanno causato l'incidente terribile dell'Argentario, con la scomparsa della cara amica Claudia. Aspetto un messaggio di solidarietà dell'Ambasciata e del suo Ambasciatore», ha scritto su Twitter Vanda Biffani, amica della vittima.

Argentario, l’errore fatale: «Eravamo accecati dal sole». La testimonianza di una donna a bordo del motoscafo


L'USO DELL'AUTOPILOTA
L'autopilota è diventato un optional molto diffuso anche sulle barche di piccole dimensioni. Acquistare questo dispositivo non significa, però, assumere uno skipper robotico pronto a tutto. Nel momento in cui viene acceso, riesce a mantenere la rotta, ma è necessario raddoppiare l'attenzione, individuando per tempo altre barche o ostacoli che l'autopilota potrebbe non rilevare lungo il tragitto.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA