Tragedia dell’Argentario, corpo in mare a Livorno: «È compatibile con Anna Claudia Cartoni»

Il cadavere, senza gambe e irriconoscibile, galleggiava a pancia in giù al largo del porto

Tragedia dell’Argentario, corpo in mare a Livorno: «È compatibile con Anna Claudia Cartoni»
di Valeria Di Corrado e Nicola Pinna
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Lunedì 10 Ottobre 2022, 01:18 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 12:53

Un cadavere senza gambe è stato trovato in mare nella tarda mattinata di ieri nei pressi delle Secche della Meloria, gli scogli che affiorano a ovest di Livorno. Essendo in avanzato stato di decomposizione e gonfio di acqua, non si riesce ancora a stabilire se sia di un uomo o di una donna. Ma il sospetto degli uomini della Guardia costiera, intervenuti per recuperare il corpo che galleggiava a pancia in giù, è che si tratti di Anna Claudia Cartoni: la 60enne romana dispersa al largo dell’Argentario il 23 luglio scorso, dopo essere caduta in mare, probabilmente colpita in pieno dal motoscafo di una famiglia di turisti danesi. 


La donna, tecnico federale di ginnastica artistica, stava facendo una piccola crociera verso l’Isola del Giglio con una comitiva di amici a bordo dalla barca a vela “Vahinè”, pilotata dal marito Fernando Manzo; quando, all’improvviso, l’imbarcazione è stata speronata dallo yacht “Bibi Blue”, che sopraggiungeva da dietro a grande velocità.

A causa dello scontro, oltre alla Cartoni, è morto anche Andrea Coen (58 anni), titolare di una galleria specializzata in tappeti e arazzi in via Margutta, a Roma. Il corpo dell’uomo è rimasto incastrato nelle eliche del motoscafo, che prima potrebbero aver tranciato le gambe alla donna.

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IL RITROVAMENTO
Ieri mattina, intorno alle 12.30, è arrivata una telefonata alla centrale operativa della Guardia costiera di Livorno che segnalava la presenza di un corpo in mare. A chiamare sono state le persone a bordo di due barche da diving, che hanno notato il cadavere galleggiare a pancia in giù al largo del capoluogo toscano, vicino alle Secche della Meloria. Sul posto è arrivata subito la motovedetta Cp866 della Direzione marittima di Livorno, insieme a un gommone dei sommozzatori dei Vigili del fuoco. Il corpo, irriconoscibile e con le gambe mozzate, è stato trasferito all’Istituto di medicina legale di Pisa. Il medico legale, dottor Costantino, ha eseguito nel pomeriggio di ieri una prima ricognizione cadaverica che non ha consentito di stabilire il sesso della vittima, a causa del suo avanzato stato di decomposizione.

 


GLI INDIZI
Ci sono diversi elementi che lasciano pensare agli investigatori della Guardia costiera che si tratti del corpo di Anna Claudia Cartoni. Innanzitutto, nella zona, non si cercavano altri dispersi in mare. Poi, dall’esame esterno, il medico legale ha dedotto che il cadavere stava in acqua da più di un mese. Inoltre, gli esperti della Marina militare ritengono che il punto di ritrovamento della vittima sia compatibile con il possibile tragitto che potrebbe avere percorso in questi due mesi e mezzo, trasportato dalle correnti marine. Infine, dallo studio della dentatura, sono state trovate delle otturazioni in piombo (una tecnica adottata in passato dai dentisti, rispetto a quella usata attualmente in composito). Questo elemento, quindi, lascia intendere che la persona rinvenuta al largo di Livorno non era giovane. A questo punto, per avere conferma di questi indizi, bisogna aspettare l’esame del dna o comunque un raffronto con una vecchia ortopanoramica delle arcate dentarie della Cartoni. La Procura livornese è già in contatto con quella di Grosseto.


LE INDAGINI
Nel frattempo, nei giorni scorsi, ha preso il via la consulenza tecnica sulle due imbarcazioni coinvolte nell’incidente, disposta dai pm di Grosseto. I due comandanti - l’imprenditore danese di 58 anni Per Horup e Fernando Manzo - sono indagati per duplice omicidio colposo aggravato, lesioni colpose e danneggiamento. I due consulenti tecnici nominati dai pm sono gli ammiragli Domenico Picone e Salvatore Caramante. Dovranno ricostruire la cinematica della collisione, per stabilire quale tra i due scafi avesse la precedenza e chi tra i due indagati sia responsabile della collisione. Se - come testimoniano i sopravvissuti romani - il motoscafo sui cui viaggiava la famiglia danese (rimasta illesa) arrivava da dietro, la responsabilità ricadrebbe tutta su Horup. I periti accerteranno anche se fosse attivato il pilota automatico di Bibi Blue.
 

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