Milano, incendio casa di riposo: 6 morti e 81 feriti. «L'antincendio non funzionava»

Le fiamme partite da un letto al primo piano

Milano, incendio casa di riposo: 6 morti e 81 feriti. «L'antincendio non funzionava»
di Mauro Evangelisti, inviato a Milano
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Sabato 8 Luglio 2023, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 14:02

Restano sei cadaveri, due carbonizzati, messi in fila nel corridoio e coperti dai lenzuoli verdi. Resta l’immagine desolante di decine di anziani sulle sedie a rotelle, spaventati e disorientati, schierati lungo un altro corridoio in attesa di essere portati fuori dalla casa di riposo in cui il fuoco e il fumo hanno compiuto una strage. Rsa “Casa per Coniugi”, via dei Cinquecento, Milano. Qui nel 2020 per il Covid morirono decine e decine di anziani. Questa volta a uccidere sono stati il fuoco e il fumo. Ottanta i feriti, due in codice rosso (un 62enne è intubato e in gravi condizioni).

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GRIDA


«Sentivamo le urla, sapevamo che c’erano altri anziani oltre il muro di fumo, ma non potevamo raggiungerli. Era impossibile. Sono ancora disperata perché avrei voluto salvare tutti, quelle grida non le dimenticherò mai. Molti degli ospiti della Rsa non possono camminare. Quando abbiamo capito che c’era un incendio, alcuni li abbiamo messi su un lenzuolo e li abbiamo trascinati via. Ci siamo coperti il viso con un fazzoletto, ma a un certo punto il fumo era un muro nero, ci siamo dovuti arrendere». Non riesce a calmarsi una delle operatrici della Rsa “Casa per Coniugi”. Era tra le sei in servizio per assistere 149 ospiti, in buona parte non autosufficienti, nella notte tra giovedì e venerdì. Attorno all’1.20 da un letto della stanza 605, al primo piano, nucleo 5, si è sviluppato un rogo che ha ucciso le due donne che si trovavano nella camera. Il fumo si è diffuso rapidamente in tutta l’ala, causando altre quattro vittime. Racconta Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Regione Lombardia:

«Potevano esserci cento morti. I vigili del fuoco sono stati degli angeli, sono intervenuti velocemente e uno a uno hanno portato fuori, di peso, gli ospiti della Rsa. Tra coloro che hanno dato l’allarme c’è anche un anziano, che era bloccato sulla sedia a rotelle: ha sentito odore di fumo, ha avvertito gli operatori e la reception. Ha salvato altre vite, ma purtroppo lui non ce l’ha fatta, è morto». Nella bacheca della grande Rsa, gestita da un colosso del settore, la cooperativa emiliana Proges che opera in quasi tutta Italia, c’è ancora un cartello. Dice: poiché il sistema antincendio non funziona, passeranno due operatori di una società esterna per controllare. Il servizio di “antincendio umano” era cominciato da appena tre giorni, ma non è servito a evitare la tragedia.

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Rimandiamo indietro il nastro: ore 1.20, dalla stanza 605 esce del fumo. Brucia uno dei due letti, le indagini dei vigili del fuoco dovranno comprendere le cause ma anche comprendere se il materiale fosse in regola con le leggi, perché in una Rsa i materassi dovrebbero essere ignifughi. Ci sono varie ipotesi sull’innesco: un corto circuito, causato dall’impianto elettrico o magari da un banale caricabatterie; una sigaretta, qualcuno ha violato il divieto di fumo. Il sistema antincendio non scatta, neppure le cosiddette porte tagliafuoco che dovrebbero aprirsi per limitare le fiamme. Intervengono prima gli operatori, che in sei devono portare fuori decine di anziani spesso prigionieri di una sedia a rotelle. Poi, arrivano i vigili del fuoco. «Un inferno - raccontano gli operatori - ma questa struttura cade a pezzi, per anni lo abbiamo denunciato».

Al mattino arriva qualche familiare per conoscere il destino del proprio caro, chiede se è in ospedale o se è stato trasferito in un’altra Rsa. Succede anche che di qualche anziano non chieda niente nessuno, perché non ha parenti. Dice il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, da cui dipende la struttura data in gestione alla cooperativa, dopo un sopralluogo: «Le fiamme hanno interessato una sola stanza, dove sono morte due donne. Le altre quattro vittime sono state causate dal fumo». Poco personale, sistema antincendio non funzionante, struttura non adeguata. I dubbi sono concreti. Interviene anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha espresso vicinanza a feriti e soccorritori, ma ha anche chiesto che «venga fatta chiarezza sulla dinamica dell’accaduto».
 

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