Incendio a Milano, le vittime: Nadia, Paola e Loredana, amiche inseparabili. «Vivevano l’una per l’altra». Il sacrificio di Mikhail (che ha dato l’allarme)

Dai giochi alle cure, facevano tutto insieme. «Una tragedia che siano morte in questo modo»

Incendio Milano, le vittime: Nadia, Paola e Loredana, amiche inseparabili. «Vivevano l’una per l’altra». Il sacrificio di Mikhail (che ha dato l’allarme)
di Mauro Evangelisti, inviato a Milano
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Venerdì 7 Luglio 2023, 22:04 - Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 00:09

Della signora Anna Garzia resta una bella foto in cui indossa un cappellino di carta, durante una festa nella Rsa che era diventata la sua nuova casa e dove ha trovato la morte. Di Mikhail Duci, nato in Egitto, 73 anni, gli operatori hanno ancora una immagine in cui guarda la fotocamera e dimostra meno degli anni che aveva. Lui è stato tra i primi a lanciare l’allarme. Ma delle sei vittime del rogo la storia che più commuove è quella di Nadia, Paola e Loredana, amiche per la pelle, inseparabili dentro la casa di riposo. Quando una era in ritardo o magari era bloccata nel letto, le altre due insistevano con gli assistenti perché andassero a prenderla, portassero anche lei nella sala dove magari si stava svolgendo un’attività, una festa, un brindisi. Inseparabili.

La stanza

Ripartiamo dalla stanza 605, quella da cui è partito l’incendio, dove è rimasto lo scheletro di un letto carbonizzato.

Qui erano due le ospiti: Laura Blasek, nata a Roma, avrebbe compiuto 87 anni il 27 ottobre. Era ospite della casa di riposo da poco tempo. In stanza con lei c’era Nadia Rossi, milanese, 69 anni. Di lei gli operatori della struttura hanno un ricordo nitido, perché si era trasferita nella Rsa da molti anni ed era molto benvoluta. Era una donna dinamica, attenta, che si informava leggendo i giornali e guardando i notiziari in televisione. «Una persona molto educata - ricorda chi ha lavorato nella Rsa teatro della tragedia - sempre in prima fila ad aiutare gli altri ospiti. Sempre sorridente. Aveva una passione per le borse, le collanine. Se ne avevamo delle nuove, ci faceva delle domande, ne parlavamo, scherzavamo. Davvero una persona deliziosa». Ecco, proprio Nadia faceva parte del trio delle inseparabili, delle grandi amiche. Le altre due erano Paola Castoldi e Loredana Labate. «La signora Paola - prosegue il libro dei ricordi di chi frequentava la Rsa - era milanese, aveva 75 anni. Faticava a camminare, si appoggiava al girello, ma si dava sempre molto da fare. E dove andava Nadia andava anche Paola. Scherzavano sempre. Inevitabilmente, poi, se con loro non c’era Loredana, intervenivano, e ci chiedevano: “potete aiutarla, potete portare anche lei”?». Loredana, anche lei milanese doc, aveva 84 anni, e nonostante non potesse camminare e dovesse usare la sedia a rotelle, era molto attiva e non si separava mai dalle altre due amiche. «Che tragedia che siano morte tutte e tre, insieme» sussurrano trattenendo le lacrime alcune delle operatrici della Rsa. I figli spesso andavano a trovare Anna Grazia, anche lei milanese, 85 anni. E poi c’è l’unico uomo tra le vittime, colui che secondo una ricostruzione dell’assessore regionale Guido Bertolaso, ha dato l’allarme dopo che ha sentito odore di fumo, ma poi non è riuscito a salvarsi, perché aveva difficoltà a camminare. Si chiamava Mikhail Duci, 73 anni. «Un uomo molto per bene - ricorda il personale - educatissimo, gentile, sempre molto rispettoso».

 

Tempra

C’è poi chi ce l’ha fatta, come Tarcisio, originario di Firenze, prima delle pensione lavorava come chimico. Oggi ha 95 anni e malgrado non sia giovanissimo ha aiutato gli altri ospiti a fuggire. Ieri lo ha incontrato Bertolaso in ospedale. Racconta l’assessore, un glorioso passato da capo della Protezione civile: «Mica lo posso definire vecchietto: è più arzillo e lucido del sottoscritto. Mi ha raccontato per filo e per segno ciò che è successo. Per lui è stata un’esperienza dolorosissima visto che sono morte delle persone che erano vicine a lui, nella camera vicina. Però si è mosso e ha cercato di soccorrere gli altri pur avendo problemi di deambulazione. Mi ha detto: “Se avessi avuto un martello avrei rotto i vetri e il fumo sarebbe uscito, ma siccome non sono riuscito a trovarlo ho preso un asciugamano bagnato e me lo sono messo intorno al volto per evitare di essere intossicato dal fumo. Se lo avessi trovato il martello, però, magari avremmo avuto una tragedia meno grave di quella che è comunque stata”. Ecco, dopo questa battuta, io quest’uomo lo farei nuovo capo della Protezione civile».

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