A cinque mesi dal rapimento di Kata, la mamma della bambina di 5 anni (scomparsa nel nulla il 10 giugno dall’ex hotel Astor di Firenze) ha accoltellato più volte al volto una ragazza di 21 anni, anche lei peruviana, durante una serata in discoteca. Katherine Alvarez è stata denunciata dalla polizia per lesioni aggravate. Verrà aperta un’indagine nei confronti della 26enne dalla Procura che già è impegnata a cercare sua figlia.
L’aggressione è avvenuta all’interno del “Tenax”, noto locale notturno fiorentino, tra l’1,30 e le 2 della notte tra domenica e lunedì.
«Mi ha aggredita e mi sono difesa», ha detto Katherine Alvarez per giustificarsi.
Lo scorso 10 novembre la 26enne era stata portata nello stesso ospedale dopo aver ingerito - per la seconda volta in cinque mesi - della candeggina. Già a giugno, infatti, a due giorni dalla sparizione della figlia, la giovane donna si era resa protagonista dello stesso gesto autolesionistico. Il giorno prima anche il suo compagno, Miguel Angel Chicllo Romero, aveva tentato il suicidio mentre era detenuto nel carcere di Sollicciano con l’accusa di aver borseggiato a maggio del 2021 una turista olandese insieme a un altro peruviano. L’11 giugno il 26enne aveva bevuto un’ingente quantità di detersivo. Dopo essere stato scarcerato, proprio per poter seguire più da vicino la vicenda legata alla scomparsa della sua bambina, il 17 ottobre il padre è finito di nuovo in carcere, a Prato, per l’inasprimento della misura cautelare dovuta al fatto di aver violato l’obbligo di firma.
L’atteggiamento dei genitori di Kata è stato sempre reticente nei confronti degli inquirenti che indagavano sul sequestro a scopo estorsivo della piccola. Per questo i primi di agosto la Procura di Firenze aveva sequestrato i loro cellulari, e quelli di altri cinque parenti, in modo da acquisire i dati contenuti nella memoria dei telefoni: chat, sms, fotografie che potrebbero «essere utili al ritrovamento della bambina». «Vi sono elementi per ritenere che possano essere a conoscenza o abbiano ricevuto da terzi importanti informazioni inerenti il rapimento di Mia Kataleya - spiegavano i decreti di perquisizione della Dda - e che possano non averle riferite agli inquirenti».
L’INCHIESTA
Dopo aver concluso l’ennesimo sopralluogo nell’ex hotel di via Maragliano, i pm si stanno nuovamente concentrando nel contesto dei familiari più stretti e delle persone che, nella tumultuosa occupazione dell’albergo, erano più vicine a loro per cercare di risolvere il giallo della scomparsa di Kata. Si è tornati, in pratica, a circoscrivere il periodo che va dall’ultima immagine della bambina (inquadrata dalle telecamere di un negozio di via Boccherini alle 15,13 del 10 giugno, mentre scende le scale esterne in direzione del seminterrato o del cortile) all’arrivo di sua madre all’Astor, intorno alle 15,45. Su questo aspetto, nei giorni scorsi, è stato nuovamente riconvocato in Procura Carlos De La Colina, il peruviano “capo” degli occupanti dell’ex hotel, amico dello zio materno di Kata, Abel Argenis (detto Dominique), con il quale è attualmente detenuto per il presunto racket delle stanze: una delle ipotesi che potrebbero aver innescato una vendetta verso la famiglia, prendendo di mira proprio la bimba di 5 anni.
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