Ivan trovato morto nel Brenta a 16 anni, era nel punto più profondo del fiume. Cosa è successo? Si vagliano tutte le ipotesi

Il 16enne era scappato dalla guerra in Ucraina, giallo sulla sua morte

Ivan trovato morto nel Brenta a 16 anni, era nel punto più profondo del fiume. Cosa è successo? Si vagliano tutte le ipotesi
di Cesare Arcolini
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Martedì 24 Ottobre 2023, 14:40 - Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 09:45

VIGONZA (PADOVA) - Le speranze di trovare Ivan vivo sono finite ieri pomeriggio, quando il corpo del sedicenne è stato recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco nelle acque del Brenta a Vigonza. Fin da venerdì, giorno della sua scomparsa, le ricerche si erano concentrate in quella zona per due motivi: il suo telefonino aveva agganciato una cella di quell'area e una telecamera aveva filmato "qualcuno" finire in acqua.

Ivan morto nel Brenta, le indagini

 

Sul corpo del ragazzino non ci sono segni di violenza e non si esclude nessuna ipotesi.

Di certo Ivan non ha lasciato alcun biglietto dove annunciasse l'intenzione di farla finita. Forse si è trattato di un tragico incidente. La salma del sedicenne Ivan Yablonska è stata messa a disposizione dell'autorità giudiziaria e per questo restano aperte le indagini sulla sua morte per comprendere esattamente cosa sia successo. Sarà il pubblico ministero Andrea Girlando, titolare del fascicolo d'indagine, ad approfondire ogni aspetto. E' probabile che già nella giornata odierna si propenda per chiedere l'autopsia sul corpo del sedicenne per avere un quadro definitivo di cosa possa essere accaduto.

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I SOMMOZZATORI

A trovare il corpo alle 17 di ieri è stato il nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco di Padova, coordinati dai carabinieri della Compagnia di Padova. Il corpo è stato rinvenuto sul fondo del fiume, in quel tratto piuttosto profondo, appena sotto al nuovo cavalcaferrovia della stazione dei treni nella frazione di Busa di Vigonza. Proprio una delle telecamere installate nei pressi della ferrovia avrebbe ripreso il giovane che, nel tardo pomeriggio di venerdì, sarebbe finito nelle gelide acque del Brenta. Tristezza e dolore nei volti dei soccorritori e dei volontari della protezione civile, che per tre lunghi giorni hanno setacciato gli argini del fiume e tutta l'area circostante, nella speranza di ritrovare il giovane ancora in vita. Nel cuore di tutti è stato forte il desiderio di ritrovarlo sano e salvo, magari spaventato e affamato. Ieri il tragico epilogo.

L'UCRAINA

Ivan, che abitava con la sorella Oksana nella zona termale, a luglio era arrivato in Italia dall'Ucraina per scappare dalla atrocità della guerra. Ha frequentato la scuola professionale Dieffe di Noventa. Non conosceva bene l'italiano e per comunicare molto spesso utilizzava l'applicazione di Google translate. Il papà di Ivan è morto e la mamma è ancora in Ucraina ed è per questo che una delle prime ipotesi dopo la sua scomparsa è che avesse deciso di rimettersi in viaggio da solo per tornare in patria. Ipotesi questa che contrastava tuttavia con il fatto che venerdì mattina Ivan fosse uscito di casa con pochi euro.

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I COMPAGNI DI CLASSE

Il rinvenimento del corpo del sedicenne privo di vita ha toccato profondamente il sindaco di Vigonza Gianmaria Boscaro che non appena la notizia è diventata ufficiale ha rilasciato queste dichiarazioni: «La notizia ci lascia attoniti. Abbiamo sperato fino all'ultimo che il ragazzo si fosse semplicemente allontanato. In questo momento di cordoglio il nostro pensiero è rivolto alla famiglia e a tutti coloro che amavano il ragazzo sia in Italia che in Ucraina. Ringrazio anche i soccorritori che da giorni si sono prodigati instancabili per cercarlo. Ora non ci resta che ricordarlo con una preghiera». Oggi a scuola a Noventa, dove tanti suoi compagni di classe fino all'ultimo hanno sperato nel miracolo, sarà un giorno triste. Un giorno di riflessione e dolore. Non è escluso che i compagni di classe trovino conforto in un terapeuta che li aiuti a vivere con maturità e serenità un lutto inimmaginabile. Ivan, da quanto si è appreso, è stato accolto con amore e amicizia fin dal primo giorno in cui è arrivato in Italia. Aveva negli occhi un alone di tristezza per il dramma che sta vivendo la sua Ucraina, ma anche una forza interiore che lo sorreggeva per tentare di costruirsi una vita nuova. Cosa sia accaduto venerdì pomeriggio probabilmente rimarrà soltanto un doloroso mistero.

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