Incidente ferroviario, 5 operai morti. Il cantiere in anticipo, la velocità e le comunicazioni: tutti i dubbi da chiarire

A causa l'incidente forse l'indicazione sbagliata al macchinista sul binario da imboccare

Incidente ferroviario, 5 operai morti. Il cantiere in anticipo, la velocità e le comunicazioni: tutti i dubbi da chiarire
di Claudia Guasco
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Giovedì 31 Agosto 2023, 23:50 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 11:03

dalla nostra inviata

BRANDIZZO (TORINO) - Alle 23.50 il convoglio ha imboccato il binario 1 della stazione di Brandizzo. Correva veloce, pur nei limiti imposti come sottolinea Rfi, ha proseguito senza rallentare e si è fermato solo un chilometro dopo, quando ha investito i cinque operai.

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Stando ai primi rilievi, prima dell’impatto non c’è alcuna traccia di frenata, segno che per i macchinisti la strada era libera.

E invece c’era la squadra che stava lavorando. I conducenti ignari degli uomini sul percorso, gli operai sicuri che nessun treno circolasse su quella linea.

 


«È saltato il meccanismo di tutela, è pacifico che il treno è transitato e nessuno a quanto pare ha avvisato i macchinisti occupati nei lavori di manutenzione», le prime considerazioni degli inquirenti alla luce dei rilievi effettuati per tutta la giornata. «Dobbiamo capire a che livello e per quale motivo si sia aperta questa falla, potrebbe essere anche un insieme di diverse condizioni. Questo tipo di lavori non possono essere svolti se la circolazione non è interdetta, d’altro canto si tratta di interventi strutturali che non vengono certo improvvisati. E che fossero stati disposti non può essere quindi una sorpresa».


AUTORIZZAZIONE
Dai primi accertamenti della Polfer, che sta procedendo nell’analisi dei documenti raccolti e incrociando i dati, pare che il passaggio della motrice e dei vagoni, impegnati in uno spostamento logistico tra due stazioni, fosse stato pianificato e non si trattasse di un’emergenza disposta all’ultimo momento. Senza però tenere conto dei lavori sulla linea, poiché quando vengono eseguiti scatta una procedura di blocco del transito: la circolazione viene interrotta con un provvedimento scritto di «nulla osta formale ad operare, in esito all’interruzione concessa, da parte del personale abilitato di Rfi». Le indagini dovranno dunque ricostruire la catena di informazioni per ricostruire ciò che non ha funzionato nella comunicazione tra l’impresa impegnata nella sostituzione dei binari e Rfi. Gli approfondimenti partiranno dunque dai piani di manutenzione, di transito e dai fonogrammi, messaggi trasmessi via telefono e trascritti su moduli cartacei per consentire eventuali verifiche successive. Risposte importanti potranno arrivare anche dalle immagini di videosorveglianza: l’area del binario 1, dove è avvenuto l’impatto, è ripresa dalle telecamere.


CERTIFICAZIONE
Infine c’è la questione della certificazione relativa alla sicurezza sul lavoro pubblicata sul sito di Sigifer, l’impresa che svolgeva i lavori in appalto: risulta scaduta il 27 luglio scorso. Il sito della ditta contiene i documenti relativi alle certificazioni di «qualità, rispetto ambientale, sicurezza sul lavoro» e, si legge, «aggiorna costantemente i propri certificati, simbolo di qualità, eccellenza e sicurezza». Una prima certificazione «UNI ISO 45001:2018» è la numero 29442 rilasciata da una società appartenente alla Cisq e ha una ultima emissione il 28 luglio del 2020 e una scadenza il 27 luglio 2023. Un secondo certificato, il numero IT-119334, ha eguali date di ultima emissione e di scadenza. Non è però escluso che il certificato aggiornato ci fosse, ma che non fosse ancora stato aggiornato sul sito.
 

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