Abbracci, il galateo: a chi si può dispensare e chi è meglio evitare, tutte le regole da seguire

Il 21 gennaio è la Giornata mondiale dell'abbraccio

Abbracci, il galateo: a chi si può dispensare e chi è meglio evitare, tutte le regole da seguire
di Laura Pranzetti Lombardini
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Sabato 20 Gennaio 2024, 06:47 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 11:31

Il 21 gennaio è la Giornata mondiale dell'abbraccio. Istituita nel 1986 in Michigan da parte di un reverendo, l'obiettivo era quello di alleviare la nostalgia che spesso si prova al termine delle festività natalizie, facendo inoltre da contraltare al Blue monday, appena sfumato.  I ricercatori dell'Università di Amsterdam hanno sottolineato come la cosiddetta "Hug Therapy", la terapia dell'abbraccio, sia una delle armi più importanti contro ansia e stress, contribuendo a migliorare il nostro stato di salute mentale.  E fin qui nulla di nuovo all'orizzonte: fa bene a chi lo dà e a chi lo riceve. Il galateo, però, suggerisce di maneggiare (appunto!) con cura. L'abbraccio è qualcosa di prezioso e molto personale. Questo significa che non lo si può dispensare a chiunque. Ad esempio, non vi potete lanciare in un abbraccio verso persone che rappresentano le istituzioni. Sono loro che devono "muoversi" per primi e voi allinearvi. Inoltre, dopo il covid e con l'attuale influenza dilagante, la ritrosia è grande perciò, se vedete una persona con cui magari avete confidenza o familiarità essere "rigidina", non insistete. Agguantare (nel lecito, sempre!) qualcuno che resta in balia del vento, con le braccia penzoloni, è imbarazzante. Un bacio simulato con la mano è sufficiente. Insomma, cercate di trattenervi anche quando sapete che il vostro interlocutore non ama i gesti affettuosi e plateali. Nella vita professionale, una stretta di mano è il gesto più appropriato, trasmette calore senza violare lo spazio dell'altra persona. La prossemica vive e urla - con contegno - tra noi. Se chi è di fronte a voi arretra o allunga il braccio per stringere la mano, non è un buon segno. Attenzione anche se rivolge lo sguardo in direzione della porta.  E ai funerali, in segno di vicinanza, al di là di tante parole inutili, un solo abbraccio sentito e mirato è più che sufficiente, senza violare la regola non scritta degli spazi personali.

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