Una forca per sostegno di una telecamera: barbarie nell'ambasciata dell'Iran a Roma. «Intervenga subito la Farnesina» Teheran nega. La nazione ha il primato mondiale di condanne a morte

La denuncia di Lia Quartapalle e di Amnesty International Italia: "L'Italia protesti subito"

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Domenica 28 Maggio 2023, 19:49 - Ultimo aggiornamento: 20:44

Una forca usata come sostegno per una telecamera: tutto in bella vista nella sede dell'ambasciata dell'Iran in via Nomentana a Roma. Una barbarie che l'ambasciata, rappresentate del paese che dal 2017 ha il primato mondiale di condanne a morte, ha il coraggio di negare nonostante le foto e le testimonianze. «L'ambasciata iraniana a Roma ha montato una telecamera sopra una forca. Si tratta di una chiara intimidazione contro chi manifesta fuori dall'ambasciata. Il governo italiano non tolleri questo sfregio e si faccia sentire con parole inequivocabili». Lo scrive su Twitter Lia Quartapelle, vicepresidente Pd in commissione Esteri di Montecitorio.

«Una telecamera appesa a una forca: è un'orribile intimidazione che sembra essere destinata a chi protesta davanti all'ambasciata iraniana di Roma. Tajani intervenga subito», così in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani a commento di quanto denunciato dalla deputata Quartapelle. «L'uso liberticida che il regime iraniano fa della violenza contro le giovani e i giovani che chiedono a gran voce libertà e democrazia arriva nella Capitale sotto forma di una forca in legno che sostiene una telecamera.

Un inaccettabile richiamo alle impiccagioni e una minaccia per chiunque osi protestare. Siamo oltre ogni limite. Il ministro Tajani prenda provvedimenti al riguardo. Il nostro pensiero, come sempre, va a chi sta lottando anche mettendo a rischio la propria vita. Donna, vita, libertà!», concludono.

Amnesty International

E Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia:  «Un gesto intimidatorio e inaccettabile, uno sfregio nei confronti di chi manifesta in favore dei diritti umani. Questa installazione, che ho visto personalmente, affaccia su via Nomentana, di fronte al luogo dove in questi mesi hanno manifestato iraniani e iraniane della diaspora chiedendo la fine della repressione. Il messaggio è doppio: di intimidazione, perché con quella telecamera si riprendono i volti di chi manifesta; e di sfregio, perché viene ostentato provocatoriamente uno dei principali strumenti di repressione. Dal gennaio 2022 in Iran sono stati impiccati quasi 900 prigionieri, sette dei quali per aver preso parte alle recenti manifestazioni».

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