Coronavirus, Fedez-Codacons: è scontro. «Vuole bloccare le raccolte fondi», «Falso, lo querelo»

Coronavirus, botta e risposta Fedez-Rienzi. «Vuole bloccare le raccolte fondi», «Falso, lo querelo»
di Marco Pasqua
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Domenica 29 Marzo 2020, 19:19 - Ultimo aggiornamento: 21:53

E' un botta e risposta a colpi di tweet e minacce di denunce, quello che vede contrapposti, in questo weekend, il duo pop Ferragni-Fedez e il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. Oggetto del contendere, la commissione presente sulle donazioni effettuate tramite la piattaforma “Gofundme”, usata dai Ferragnez per consentire (con successo) la costruzione di un reparto di terapia intensiva in un momento in cui la sanità italiana sta combattendo la sua battaglia più difficile contro il coronavirus.

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«Una vicenda sulla quale è intervenuto l'Antitrust, definendo questa raccolta 'illegale'», fa notare Rienzi. «Tutte le raccolte fondi sono importanti – rileva ancora il presidente del Codacons – Ma bisogna fare attenzione a non perdere questi soldi. Se dono una cifra per un ospedale, deve andare tutto all'ospedale: non puoi togliermi una percentuale senza che lo sappia». «Noi non abbiamo neanche toccato quei soldi, che sono andati sul conto corrente dell'ospedale», replica però il cantante. «Un attacco pericoloso», lo definisce Fedez, oggi, su Twitter, sottolineando che l'obiettivo del Codacons è quello di «bloccare le raccolte fondi» in tutta Italia. 
 


«Quello che il Codacons sta facendo è un atto pericoloso che rischia di rendere vano un moto spontaneo di solidarietà che sta portando aiuti a tutti gli ospedali d’Italia», rincara Fedez.
 
«Non vogliamo assolutamente bloccare le raccolte fondi, e su questo quereleremo Fedez», rileva Rienzi, che risponde anche sulla polemica sollevata da Fedez sul banner pro-Codacons: «Sì, è vero, chiediamo ai cittadini di aiutarci nella lotta contro il coronavirus e grazie alle nostre battaglie, ad esempio, è stato possibile utilizzare un farmaco anti-artrite a Napoli».
E sulla vicenda è intervenuto anche il sottosegretario al Ministero dell'Interno, Carlo Sibilia, che ha avviato accertamenti tramite la Polizia di Stato verso il Codacons, per il banner contestato.

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