Armi, divise e gradi: i comandanti dei vigili urbani d'Italia chiedono una "polizia locale nazionale"

Incontro a Palazzo San Macuto degli ufficiali delle principali città italiane si incontrano per riformare il Corpo

Una pattuglia dei vigili urbani di Roma davanti lo Stadio Olimpico in occasione di un incontro di calcio
di Fernando M. Magliaro
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Giovedì 12 Ottobre 2023, 21:04

Armamento, gradi, divise comuni a tutta Italia come le livree delle auto di servizio. E poi, l'accesso alle banche dati delle forze di polizia, le tutele assistenziali e infortunistiche e l'istituzione dell'Albo nazionale dei Comandanti dai quali i sindaci potranno selezionare chi mettere a capo dei vari corpi locali dei vigili urbani. Questo è ciò di cui domani mattina discuteranno i comandanti dei vigili urbani delle più importanti città: Roma, Napoli, Venezia, Bari, Catania e così via.

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La riunione, a Palazzo San Macuto negli uffici della Camera dei Deputati, dell'Associazione Comandanti e Ufficiali Polizie Municipali, presieduta da Diego Porta, che negli anni scorsi aveva guidato il corpo di Roma come Comandante generale, servirà per formalizzare la richiesta di rivedere la vecchissima legge, del 1986, che regola un po' tutta la vita degli oltre 50mila vigili urbani italiani.

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Sul tavolo, una serie di aspetti più sindacali: un contratto collettivo autonomo per la Polizia locale, le tutele assistenziali, previdenziali e infortunistiche, nonché estensione al personale della Polizia locale della normativa per le vittime del dovere già riconosciute alle forze di polizia statali.

Poi quelli più “operativi”: a partire dal delicato ruolo di comandante che dovrà essere conferito esclusivamente attraverso una selezione pubblica a chi abbia maturato almeno 5 anni di anzianità all’interno della Polizia locale e l'istituzione di un “Albo Comandanti”, tenuto dalle Regioni, distinto per Dirigenti e Funzionari.

Poi, altro nodo dolente, l'accesso alle banche dati delle forze dell'ordine anche ai vigili urbani, per esempio per i carichi pendenti. Poi, le questioni legate all'armamento con il porto, senza licenza, su tutto il territorio nazionale (o almeno sul territorio della propria Regione) ed anche fuori dal servizio, dell'arma d’ordinanza della quale il personale deve essere obbligatoriamente dotato e strumenti di autotutela analoghi a quelli delle Forze di Polizia statali. Infine, l'aspetto: oggi i vigili hanno uniformi e colori diversi da regione a regione e da comune a comune. La richiesta è di uniformare le divise, i gradi e le livree dei veicoli uguali su tutto il territorio nazionale.

Dice Diego Porta: «Chiediamo, dopo 40 anni dalla approvazione della vecchia legge del 1986, stesse prerogative previdenziali e strumenti di autotutela delle forze di polizia dello Stato, contrattazione autonoma rispetto agli impiegati comunali, e l'istituzione di un Albo regionale dei Comandanti riservato a personale della polizia locale, dove i Sindaci potranno attingere per conferire l'incarico, senza dover ricorrere ad esterni».

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