La grande cantautrice italiana Mina cantava: «Se telefonando». E in questa storia il telefono - o meglio, lo smartphone - è protagonista della storia.
Nella sua qualità di garante dei detenuti della provincia di Caserta avrebbe favorito in modo non lecito un detenuto del carcere di Santa Maria Capua Vetere, procurandogli un cellulare intestato a un'altra persona.
Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, «detenuti senza acqua»: i legali smontano la nuova accusa
Non solo.
Sono alcuni dei fatti contestati dalla Procura Santa Maria Capua Vetere a Emanuela Belcuore, garante dei detenuti nel Casertano, alla quale sono stati sequestrati i dispositivi elettronici per riscontrare le accuse.
Accuse, quelle mosse dagli inquirenti a Emanuela Belcuore, basate anche su annotazioni di servizio della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, struttura nota per le violenze ai danni dei detenuti commesse dagli agenti penitenziari il 6 aprile 2020. Da sottolineare che, proprio per questi fatti, è in corso un maxi-processo con 105 imputati nell'aula bunker annessa al carcere. Tra le contestazioni alla Garante, da verificare, anche quella di aver avvisato il detenuto di un'imminente perquisizione al fine di sbarazzarsi del cellulare che la garante gli aveva procurato.