CLIMA TESO
Il risultato è che l'effetto della diffusione della foto incriminata ha avuto come conseguenza una diffidenza diffusa. La caserma è ora blindatissima e off limits anche ai colleghi che arrivano da altri reparti dell'Arma. La ragione è chiara: la procura di piazzale Clodio sta analizzando tutti i tabulati delle persone che potrebbero essere state presenti in caserma nel giorno dell'arresto dei ragazzi. E dunque, il clima è di sospetto generale.
Inoltre, un fascicolo sulla vicenda è stato aperto anche dal procuratore militare Antonio Sabino, che vuole accertare se sia stato commesso il reato relativo all'art.127 del Codice penale militare di pace (Divulgazione di notizie segrete o riservate) con riferimento esclusivamente alla diffusione della foto di Natale Hjorth bendato. Un «atto che doveva essere rappresentato alle autorità competenti e non certo divulgato sui social», ha spiegato Sabino. Tutto il resto della vicenda è di competenza dell'autorità giudiziaria ordinaria.
Altro aspetto che potrà essere di competenza della procura militare è quello che riguarda la pistola che il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega ha deciso di non portare con sé. È possibile che i pm militari decidano di indagare anche per omessa consegna.
L'INTERROGATORIO
In attesa che gli accertamenti tecnici diano i primi risultati, il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia e il pm Sabina Calabretta potrebbero decidere di sentire il militare che è stato indagato per aver messo la benda sugli occhi del giovane americano. La sua identità è stata individuata molto rapidamente ed è finita nel fascicolo di inchiesta che ipotizza i reati di abuso d'ufficio e la rivelazione del segreto d'ufficio. Il sottufficiale è stato sottoposto a procedimento disciplinare da parte del Comando generale dell'Arma ed è stato trasferito a un incarico non operativo. Mentre si sta decidendo se anche gli altri due carabinieri ritratti nella foto, debbano essere indagati, o comunque ascoltati dai pm. Si tratta di ipotesi di lavoro sulle quali la procura sta intervenendo per cercare di chiarire nel più breve tempo possibile come si siano svolti i fatti. La diffusione dello scatto incriminato potrebbe costare all'indagine anche la scarcerazione dell'indagato, qualora si accertasse che i metodi per farlo confessare non siano stati pienamente legittimi.
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