Catanzaro, calci alla fidanzatina per farla abortire. Ma il bambino è salvo. La 16enne: «Mi colpiva sul ventre»

Ai domiciliari un ventenne con precedenti e senza un lavoro stabile

Catanzaro, calci alla fidanzatina per farla abortire. Ma il bambino è salvo. La 16enne: «Mi colpiva sul ventre»
di Bruno Palermo
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Sabato 20 Maggio 2023, 14:06 - Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 00:30

Una violenza incontenibile contro la giovanissima fidanzata incinta. Accade in un quartiere popolare di Catanzaro, protagonista un ragazzo marocchino di 20 anni. Giovedì scorso è stato arrestato e messo ai domiciliari dai carabinieri della Stazione principale del capoluogo calabrese con l’accusa di avere picchiato in più occasioni la sedicenne, di nazionalità italiana, con la quale aveva intrecciato da alcuni mesi una relazione, per costringerla ad abortire. La vittima, infatti, era determinata a portare a termine la gravidanza. Il feto, nonostante le percosse, è salvo.

LA DENUNCIA

La vicenda è venuta alla luce grazie alla denuncia presentata dalla minorenne, che, dopo l’ennesimo pestaggio con schiaffi, pugni e calci, questi ultimi concentrati volutamente sul grembo, la sera di martedì 16 maggio ha deciso di recarsi all’ospedale cittadino Pugliese-Ciaccio.

Ha raccontato al personale sanitario il suo “calvario”, lamentando dolori al ventre e spiegando ai medici di essere stata aggredita dal compagno dopo un litigio. L’alterco sarebbe nato proprio per la contrarietà del giovane alla gravidanza. Contestualmente, la vittima ha presentato una denuncia molto circostanziata. La Procura di Catanzaro ha delegato le indagini ai carabinieri, che hanno accertato la veridicità del racconto della ragazza e ricostruito i fatti. 

Una vicenda che, tra l’altro, ha un retroterra - che ne spiega in parte l’origine e la dinamica - nel disagio sociale ed umano vissuto dalla sedicenne, anche per responsabilità della sua famiglia d’origine. I militari dell’Arma, guidati dal comandante della Compagnia, il maggiore Ferdinando Angeletti, e dal luogotenente Patrizio Bruno, si sono subito resi conto della delicatezza della situazione. Hanno raccolto una serie di elementi che hanno reso ancora più ampio e concreto il quadro probatorio a carico del ventenne, poi arrestato il 18 maggio. I due avevano una relazione stabile, ma non convivevano.

I PRECEDENTI

Il giovane, tra l’altro, è noto alle forze dell’ordine perché ha precedenti di polizia per reati contro il patrimonio. In più non ha un lavoro stabile e vive di espedienti. Forse per questo motivo, non potendo garantire alla compagna e al figlio che portava in grembo un futuro sereno e stabile, ha pensato di “eliminarlo”.
Le indagini hanno così portato alla luce una situazione particolarmente difficile e complessa, cui occorreva porre termine nel più breve tempo possibile; anche per le possibili conseguenze alle quali era esposta la fidanzata del giovane, vittima non soltanto delle violenze del compagno, ma anche delle disattenzioni dei suoi familiari.

L’ARRESTO

I militari, agendo con molta cautela, hanno ricostruito i fatti e presentato una dettagliata informativa alla Procura, che ha chiesto e ottenuto dal giudice delle indagini preliminari l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico del ventenne, sia pure ai domiciliari. Al giovane vengono contestati, in particolare, i reati di maltrattamenti in famiglia e tentativo di procurato aborto. Nei prossimi giorni ci sarà l’interrogatorio di garanzia.
I carabinieri si sono anche preoccupati di garantire alla sedicenne, che ha avuto il coraggio di denunciare il suo aguzzino, un’adeguata tutela, trasferendola in una struttura protetta dove potrà concludere serenamente la sua gravidanza. Creando così le premesse per consentire alla ragazza di costruirsi una nuova vita, lontana da violenze e soprusi, insieme a quel figlio che ha tanto tenacemente voluto. 

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