Argentario, nella telecamera la «verità sull'incidente». Ecco la pista della Capitaneria

Si tratta delle webcam installate nel porto del Giglio, come ormai in quasi tutti i porti italiani, per permettere di osservare in tempo reale le condizioni meteorologiche

Argentario, «nella telecamera la verità sulla tragedia». Ecco la pista della Capitaneria
di Valeria Di Corrado
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Venerdì 29 Luglio 2022, 22:37 - Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 11:25

C’è almeno un occhio elettronico che potrebbe avere immortalato la cosiddetta cinematica dell’incidente avvenuto, esattamente una settimana fa, nel canale di mare tra il promontorio dell’Argentario e l’isola del Giglio. Si tratta delle webcam installate nel porto del Giglio, come ormai in quasi tutti i porti italiani, per permettere a chiunque - collegandosi su appositi siti internet - di osservare in tempo reale le condizioni meteorologiche. Gli investigatori della Guardia Costiera di Porto Santo Stefano, delegati nelle indagini dalla Procura di Grosseto, potranno quindi acquisire le immagini delle telecamere posizionate, in varie angolazioni, sull’isola del Giglio. 

L’obiettivo è cercare di capire se si vede la dinamica della collisione tra il motoscafo “Bibi Blue”, guidato da un imprenditore danese che era in compagnia della famiglia, e la barca a vela “Vahinè”, sulla quale una comitiva di amici romani stava facendo una gita in mare.

Anche se posizionate ad alcune miglia di distanza dal punto di collisione, con i dovuti accorgimenti tecnici, gli investigatori potrebbero “zoommare” fino a individuare il momento dello scontro tra le due imbarcazioni, avvenuto alle 17:25 di sabato scorso. Anche perché quel giorno la visibilità era ottima.

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L’INDAGINE
 

Nel violento impatto tra il lato sinistro della prua del Faireline e il lato destro della poppa della barca a vela, sono morte due persone: il corpo di Andrea Coen era rimasto incastrato in una delle eliche del motoscafo, mentre quello di Anna Claudia Cartoni è ancora disperso. L’autopsia sul 58enne, che gestiva un atelier di tessuti antichi e arazzi in via Margutta (a Roma), dovrà chiarire se è morto colpito dalla prua di “Bibi Blue”, se è caduto in mare vivo e poi affogato, oppure se ad ucciderlo siano state proprio le eliche del motoscafo. 
Lo stesso discorso si potrà fare quando, e se, i soccorritori riusciranno a trovare il cadavere della 60enne dispersa: un’ex insegnante di ginnastica artistica, con un passato da tecnico federale, che dedicava tutte le sue energie nella battaglia per i diritti dei disabili e delle loro famiglie; avendo una figlia, Irene, sulla sedia a rotelle. Paradossalmente suo marito Fernando Manzo, alla guida della barca a vela, si ritrova ora indagato per omicidio colposo aggravato, lesioni colpose e danneggiamento con pericolo di naufragio, insieme al comandante danese di “Bibi Blue” Per Horup. Quest’ultimo, dopo due giorni dalla tragedia, è tornato in
Danimarca con la nuova compagna, il figlio e la fidanzata del figlio. 

 


L’imprenditore se n’è andato senza nemmeno lasciare un numero di cellulare o l’indirizzo di residenza al suo difensore nominato d’ufficio, presso il quale ha fatto l’elezione di domicilio. L’avvocato di Grosseto che ha il mandato si è dovuto addirittura rivolgersi all’Ambasciata della Danimarca per ottenere un recapito dove contattarlo, per stabilire la strategia difensiva e la sua intenzione di chiedere alla Procura un incidente probatorio che cristallizzi con una perizia tecnica la cinematica dello scontro in mare.

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IL FALSO ALLARME

Intanto, ieri sera, si è diffuso un falso allarme quando alcuni bagnanti hanno trovato, intorno alle 19:30, a Castiglion della Pescaia, nel bagno Tartana a Punta Ala, il cadavere di una donna tra i 35 e i 40 anni senza documenti, che qualcuno ha pensato potesse essere Anna Claudia Cartoni.
 

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