Incidente Argentario, un testimone: «Lo yacht non ha rallentato, come un Suv a 200 km/h su un'utilitaria»

«Il pilota del motoscafo non aveva il sole in faccia. L’impatto si è visto da lontano»

Incidente Argentario, un testimone: «Lo yacht non ha rallentato, come un Suv a 200 km/h su un'utilitaria»
di Valeria Di Corrado, inviata a Porto S. Stefano
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Giovedì 28 Luglio 2022, 00:26 - Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 11:26

«Ho visto da lontano la scena della scontro, è stato terribile. Immagino vi sia stata una pioggia di microschegge di vetroresina per il forte impatto tra i due scafi. Per fare un paragone con la strada, è come se un suv andasse a impattare a 200 chilometri orari contro un’utilitaria». Il capitano Edoardo Veneziani, ufficiale di coperta di una nota compagnia di navi da crociera e perito navale che collabora con uno studio di Roma, dice di aver assistito (anche se a una certa distanza) all’incidente di sabato scorso avvenuto a circa 7,5 miglia nautiche dalla costa dell’Argentario, nel canale di mare che separa il promontorio dall’isola del Giglio. Veneziani era di ritorno proprio dal Giglio, dove si era recato, non per lavoro, ma per una gita. Dal suo gozzo, quindi, avrebbe visto in lontananza lo scontro tra il motoscafo “Bibi Blue” dei turisti danesi e la barca a vela “Vahinè” della compagnia di amici romani. Una collisione nella quale quest’ultimo gruppo ha avuto decisamente la peggio: Andrea Coen (58 anni) è rimasto ucciso e Anna Claudia Cartoni (che avrebbe compiuto 60 anni domenica prossima) è ancora dispersa in mare.

«VISIBILITÀ OTTIMA»
«Innanzitutto voglio chiarire che, al contrario di quanto ho sentito dalle dichiarazioni della ragazza a bordo del motoscafo, la visibilità in quel momento era ottima. I raggi non abbagliavano in alcun modo la vista. D’altronde il sole, nel momento dello scontro, ossia alle 17:03, era ancora alto nel cielo», precisa il capitano Veneziani. Era stata infatti la fidanzata del figlio di Per Horup, l’imprenditore danese alla guida di “Bibi Blue”, a dichiarare a sommarie informazioni agli inquirenti che la visuale era scarsa a causa dei raggi del sole. 
La 24enne, Anna Maria Dürr, avrebbe anche confessato che era stato azionato il pilota automatico; circostanza questa non confermata dalla Procura di Grosseto, che ha indagato i comandanti di entrambe le imbarcazioni coinvolte nello scontro per omicidio colposo, lesioni colpose e danneggiamento con pericolo di naufragio. «Secondo me è possibile che fosse stato inserito l’autopilota - spiega Veneziani - considerato che il motoscafo non ha fatto alcuna manovra per evitare l’impatto.

Questo verrà accertato dal tecnico della casa di produzione. Si tratta di un dispositivo che si può disattivare premendo un pulsante e che, quando è in funzione, si limita a seguire la rotta preimpostata con il gps, ma non è in grado di rilevare ostacoli».

«NON ERA GOVERNATO»
«Il motoscafo è arrivato come un fulmine da dritta (destra, ndr), rispetto alla barca a vela. Non ha fatto alcuna manovra per evitare l’impatto. Era evidente che non avesse la tenuta di guardia - riferisce l’ufficiale - L’impressione, insomma, è che non ci fosse qualcuno al timone vigile e pronto a intervenire in caso di emergenza. Anche se il motoscafo veniva da dritta e la barca a vela procedeva con il motore acceso e solo la randa spiegata, aveva comunque la precedenza la barca a vela». Quindi, per Veneziani, nonostante l’assicuratore del “Bibi Blue” abbia messo in campo un superperito di Montecarlo, per i danesi non c’è alcun margine di avere la meglio nella partita risarcitoria. «Anche perché Vahinè procedeva a soli 6,9 nodi e andava verso l’isola del Giglio, contro gli oltre 25 nodi del Faireline, che era diretta verso l’Elba», precisa. Mentre per la barca a vela c’è agli atti la traccia lasciata dal gps, il motoscafo non avrebbe avuto attivo il satellitare (in gergo, Ais). 

IL MAYDAY
«Ho sentito alla radio il “Mayday”. I soccorsi della Guardia Costiera sono stati rapidi, ma secondo me la donna, che forse era nel pozzetto della barca a vela, ha sbattuto la testa prima di cadere in mare, dove secondo me è affogata».
 

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