A riferire la notizia è l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede a Londra, che cita «fonti ben informate» secondo cui la donna, accusata di «adulterio», è stata lapidata in una via di Raqqah, nel nord della Siria. I suoi aguzzini pensavano fosse morta, invece lei si è alzata all'improvviso dandosi alla fuga. Uno dei miliziani ha cercato di ucciderla a colpi di pistola, ma uno dei «giuristi dell'organizzazione» glielo ha impedito.
«La sentenza è stata eseguita, che si penta di fronte a Dio», avrebbe detto il giurista, esortando gli altri miliziani a lasciarla andare.
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