Umbria, 11 comuni Covid free nel Ternano. I sindaci: «Così abbiamo salvato gli anziani»

Otricoli
di Vanna Ugolini
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Sabato 18 Aprile 2020, 19:48 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 09:38

Si fa presto a dire che sono comuni piccoli e isolati. Perchè il virus non risparmia nessuno, si è visto come può colpire anche in zone che sembravano assolutamente sicure. E perchè il Covid 19 si accanisce soprattutto con le persone anziane. E quasi ogni comune degli undici dell'Umbria del sud che, fino a oggi, può vantare di non avere neanche un positivo ospita una residenza per anziani. Il Ternano piange  un paziente del centro di assistenza per malati di Alzheimer di Castel Giorgio e le quattro suore che erano ospitate nel monastero di Porano. Ma considerando l'età media della popolazione (ogni bimbo che nasce ha già a "disposizione" quattro nonni) sicuramente l'attenzione al popolo dei capelli grigi è stata tanta: tutti i sindaci che avevano residente protette nel loro territorio le hanno "sigillate" e hanno dato dispotivi di protezione ai propri operatori. Il risultato, per ora, è che in questi comuni non ci sono stati contagi. 
E se la fortuna ha avuto sicuramente il suo peso, l'altro fattore-sicurezza è stata la perfetta conoscenza del proprio territorio e l'aver agito per tempo: i sindaci dei piccoli comuni hanno subito creduto al rischio pandemia e sono partiti almeno con una settimana d'anticipo rispetto al resto della regione con smart working, consegne a domicilio, ricerca dei disinfettanti, controlli a tappeto contro i furbetti delle seconde case.
Attigliano, Avigliano Umbro, Fabro, Ficulle, Guardea, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Otricoli, Parrano, Penna in Teverina e Polino non hanno dovuto, almeno fin qui, fare i conti con contagi, cittadini positivi al virus e lotta al contenimento.
C'è chi, come Remigio Ortenzi sindaco di Polino, 200 abitanti in Valnerina, ha vietato subito i capannelli in piazza. Poi ha sanificato le strade e ha controllato una a una le villette che vengono usate come seconde case.
Antonio Liberati, medico veterinario e sindaco di Otricoli, memore delle tante pandemia che hanno colpito gli animali, si è messo in moto subito. «Sono andato da subito, prima dei decreti, personalmente nei bar a spiegare che vi si poteva prendere il caffè, uno per volta, ma niente gioco delle carte, niente discussione sul calcio. La pandemia era una cosa seria». Massima attenzione, anche qui, alla casa di riposo.  «Abbiamo controllato che vi fossero i presidi sanitari e l’abbiamo isolate in modo che il virus non vi entrasse. Proprio ieri mattina ho vietato che vi venisse ricoverata una signora di Civita Castellana, pochi chilometri più in là. Vogliamo continuare a stare tranquilli». Anche lui come tanti altri sindaci ha fatto ricorso alla tecnologia del momento, però, pure in questo caso, in modo originale: «Ho chiamato i consiglieri di maggioranza e minoranza, le associazioni, ed ognuno ha “riversato” le proprie rubriche telefoniche in un’altra più grande del comune, con seicento contatti. E con quelli abbiamo puntualmente informato gli otricolani sulle cose da fare. Si deve tener presente che tocchiamo la metà della popolazione attiva». Praticamente tutte le famiglie. Ha anche agito con il buon senso: «E’ stato proprio quello che ci ha aiutato, senza infrazioni, senza coercizioni importanti. Un esempio: se due persone hanno lavorato gomito a gomito durante la pandemia possono pure fare insieme il pranzo di Pasqua».

A Ficulle il sindaco Gian Luigi Maravalle è stato chiaro: “Non abbiamo mai sottovalutato la situazione, pur non avendo avuto casi, abbiamo applicato subito la massima attenzione. La popolazione, devo dire, ha risposto in maniera straordinaria, allo stesso modo non abbiamo mai avuto problemi né con le forniture delle mascherine, distribuite casa per casa a cura dei dipendenti del comune, né con le persone che sono arrivate a Ficulle, monitorate subito. Nessun problema nemmeno con la Casa della Divina Provvidenza, né con Porta del Sole, residenze protette che fin da subito abbiamo chiuso alle visite e dotate di protezioni individuali».
Diego Masella, primo cittadino di Fabro è stato altrettanto previdente: Ci siamo organizzati in tempi non sospetti, abbiamo disposto che i negozi si adeguassero con disinfettanti, guanti. Abbiamo isolato subito le case famiglia e contato sulla collaborazione massima della popolazione. Non ci è sfuggito nessun arrivo da fuori». Fermi, decisi, anche a costo di essere impopolari, multando i concittadini che non hanno rispettato le regole. «Sono stato rigido e inflessibile fin dall'inizio – spiega Giampiero Lattanzi, sindaco di Guardea e presidente della Provincia di Terni – ho seguito tutto, risposto a tutti, vado, vedo, osservo, esco con le pattuglie della polizia locale. Forse si, un po' di fortuna c'è stata, ma l'essere attenti, aver informato tutti fin dall'inizio, aver distribuito le mascherine subito, e soprattutto l'ottima risposta della popolazione fin qui ci hanno “salvato”». Per ora undici comuni dell'Umbria del Sud si possono fregiare del titolo di comuni no Covid e a questi sindaci in prima linea il merito di averci messo la faccia e l'impegno. 

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