Roma si piazza solo 27/ima e all'ultimo posto c'è Asti. Fano è prima nella top ten del pasto sostenibile (a basso impatto ambientale), seguito da Cremona e Bergamo, spiega Paltrinieri. Il menù è spesso ricco di errori: gli abbinamenti sbagliati nel piatto (come legumi e carne), la frutta data solo a fine pasto quando il bambino, sazio, difficilmente la mangia; e ancora, farine non integrali, pesce impanato (la panatura abbassa la qualità del prodotto, il bastoncino è cibo industriale e contiene spesso pesce ricomposto).
Il corollario di tanti errori, spiega, sono gli sprechi: un terzo del pasto viene buttato, ovvero circa 120 grammi a pasto che moltiplicati per 380 milioni di pasti l'anno è una quantità enorme. «Attraverso la nostra indagine abbiamo mappato la realtà delle mense scolastiche - spiega - e trovato menu completamente squlibrati, con eccessiva proposta di carni e salumi, sovrabbondanza di proteine, pochi cereali integrali, poca varietà di verdure, pochi legumi e biologico.
La mensa di qualità privilegia la cucina interna e la competenza dei cuochi - continua - ha uno stretto rapporto con il territorio da cui attinge risorse (promuovendo il biologico locale)».
Il menu di qualità non prevede dolci, soprattutto le monoporzioni (ad es. i budini), fonte di zuccheri e di plastica, conclude; il menù vincente offre la frutta a merenda, un alimento più sano che consente al bambino di arrivare al momento del pasto con appetito, riducendo così gli avanzi di cibo in mensa.
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