Huawei, Usa rinviano di 90 giorni messa al bando del colosso cinese

Huawei, Usa rinviano di 90 giorni messa al bando del colosso cinese
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Martedì 21 Maggio 2019, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 12:30

Gli Stati Uniti concedono al colosso delle telecomunicazioni Huawei una tregua di tre mesi. Il divieto di esportazione di tecnologia americana all'azienda delle tlc cinese sarà rinviata fino a metà agosto. Un documento del Dipartimento del Commercio spiega infatti che serve ulteriore tempo per consentire aggiornamenti di software e altri obblighi contrattuali. Tuttavia, ciò non modifica il divieto imposto dal presidente Donald Trump.

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Google si è già allineata: ai nuovi telefonini costruiti dalla società cinese verrà interdetto l'accesso alle app collegate al sistema Android. Quindi, chi comprerà da oggi uno smartphone o un tablet Huawei potrà contare solo sulle funzioni base di Android, quelle libere, in open source. Di contro, per i vecchi utenti non cambierà nulla. Android continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza e servizi post-vendita a tutti gli smartphone e tablet Huawei e Honor esistenti, inclusi quelli già venduti e i dispositivi ancora a magazzino in tutto il mondo.
 



Fa sapere un portavoce di Google: "Ci stiamo adeguando al decreto del Presidente e stiamo valutando quali saranno le ripercussioni. Per gli utenti dei nostri servizi, Google Play e le protezioni di Google Play Protect continueranno a funzionare sui dispositivi Huawei esistenti".

Una mossa, quella del Presidente americano, dietro alla quale secondo alcuni si intravede una strategia: il blocco degli scambi tecnologici potrebbe finire con il ritardare l'avanzata a grandi passi dei cinesi nel 5G, la rete Internet super veloce su cui il Governo di Pechino - sostengono dal Pentagono - potrebbe far leva per perforare l'apparato di sicurezza americano.

Huawei, ovviamente, non sta a guardare: "Continueremo a fornire aggiornamenti e servizi di post-vendita per gli attuali smartphone e tablet Huawei e Honor, coprendo sia quelli già venduti che quelli in stock a livello globale", precisa in una nota ufficiale annunciando anche la contromossa: "Lavoriamo a stretto contatto con le piattaforme open source per sviluppare un ecosistema di cui hanno beneficiato gli utenti e l'industria".

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