Stamattina è stato annunciato dal Vaticano che Papa Francesco - accogliendo l'invito della Facoltà Teologica meridionale, di cui è gran cancelliere il cardinale Crescenzio Sepe, si recherà a Napoli, il 21 giugno prossimo, per partecipare a un incontro teologico. L'annuncio arriva alla vigilia del summit vaticano sulla pedofilia e ha immediatamente sollevando un certo disorientamento proprio perché è ancora aperto il capitolo dell'ex prete di Ponticelli, don Silverio Mura.
La presunta vittima, Arturo Borrelli nei giorni scorsi ha ricevuto la conferma che verrà ascoltato a breve dalla Congregazione per la Fede per avere notizie del processo canonico contro il sacerdote di Ponticelli. Secondo la sua versione il prete avrebbe abusato di lui, negli anni 1986-1992, quando era adolescente. La denuncia alla curia di Napoli risale al 2010 e Sepe incaricò immediatamente il vicario generale di condurre un’indagine per verificare la verosimiglianza delle accuse decidendo di spostare il parroco dal quartiere di Ponticelli a una comunità religiosa, fuori diocesi. La Congregazione per la dottrina della fede, con lettera del 2 ottobre 2014 affidava all’arcidiocesi di Napoli il compito di effettuare una ‘investigatio previa’ che nel 2016 si concludeva negativamente, ritenendo non essere emersi gli elementi sufficienti per avviare un processo penale a carico del sacerdote. L'anno scorso però il Papa ha fatto riaprire l'indagine affidandola alla diocesi di Milano, dove stanno per essere riesaminati tutti gli atti.
Il sacerdote - don Silverio Mura - era stato spostato in un paese della diocesi di Pavia, Montù Beccaria, dove d'accordo con il vescovo lavorava in parrocchia sotto falso nome. Per gli abitanti del posto era don Saverio Aversano. Secondo la Rete L'Abuso sarebbero state disattese almeno due convenzioni internazionali: quella di Lanzarote e quella ONU per la Tutela del Fanciullo, dietro alle quali “sono venute a mancare anche le più basilari garanzie costituzionali dei minori”.
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