«Siamo rimasti molto colpiti per la morte dei due giovani somali. Erano un uomo e una donna. Sono stati insieme per tutto il viaggio. Forse erano fidanzati, forse erano familiari. Non lo so, non è chiaro, ma sono morti abbracciati. Prima è morta lei, poi lui», ha detto Sahar Ibrahim, mediatrice culturale di Intersos che era a bordo dell'imbarcazione della Guardia Costiera.
«I due - ricostruisce poi Federica Montisanti che era a bordo della Dattilo per Intersos - secondo i racconti dei loro compagni di viaggio sono morti sul gommone che è stato poi soccorso da un mercantile. Erano provati e denutriti, e
potrebbero essere stati queste le cause del decesso. Non erano parenti tra loro e non ci sono familiari che viaggiavano con loro. L'unica cosa che li univa era la speranza di arrivare in Italia per una vita migliore. Chi ci ha parlato di loro - spiega - erano i compagni dei capannoni in Libia dove erano stati insieme prigionieri, vittime di soprusi, in attesa di potersi imbarcare».
© RIPRODUZIONE RISERVATA