GionnyScandal: «Sono emo nel look e nella musica»

GionnyScandal
di Rita Vecchio
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Sabato 5 Maggio 2018, 13:22 - Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 15:44
Emo è il nuovo disco di GionnyScandal. Un manifesto del suo modo di intendere e di volere, praticamente. Visto che racchiude in una parola «il ciò che sono e la musica che faccio», come dichiara lo stesso ventiseienne originario di Matera ma cresciuto in Brianza che in due mesi dall’uscita dei singoli "Il posto più bello" e "Per Sempre" (feat. Giulia Jean), ha raggiunto quasi 10milioni di visualizzazioni su YouTube.



Emo sta per emozional core, «quel tipo di musica che riporta me e l’ascoltatore nel mondo più intimistico dei ricordi. Belli o brutti, poco importa. Ciò che conta è il rifugio in qualcosa che c’è stato e nel mio bagaglio interiore», dice a poche ore dalla partenza delle date firmacopie in giro per gli store italiani (a Roma e Latina il 7 maggio). Undici inediti, «i migliori tra cento pezzi - confida - tanto che non riesco a trovare i singoli». Un disco che attraversa pop, rap, trap, melodica in chiave  intimistica, senza mai confinarsi in un genere preciso. «Io rapper? Non lo sono mai stato e non voglio essere definito tale. Sono un artista che suona chitarra, batteria e tanto altro. Il rap oggi è pura immagine». Anzi, rincara la dose. «Di rapper oggi non ce ne è. A parte Guè, Salmo, Noyz Narcos, non mi viene in mente nessuno». 
 
 


Nei testi canta l’amore nei suoi vari episodi: sognato, finito, desiderato, voluto, tormentato, per una o più ragazze in cui c'è molto di autobiografico. In mezzo a tanto amore spiegato in maniera semplice e popular, c’è Hip Hip Urrà, brano con cui si toglie lo sfizio della rivincita. “Da quando metto su gli skinny mi gridate gay/ora guardatevi li avete più stretti dei miei”, recita la strofa che è la risposta di GionnyScandal a chi lo etichettava “gay” e a chi gli dava del “fallito”. «Quelli che mi chiamano gay per un paio di pantaloni stretti o perchè cantavo canzoni d’amore - dice - adesso si vestono con pantaloni più stretti dei miei. Sono etero, ma la cosa assurda sono queste discriminazioni. La verità è che si discrimina oggi sempre di più per rabbia repressa. E i social sono una gabbia di matti in cui il bullismo si manifesta nella sua versione ancora più pericolosa, quella cyber». 

Per il resto, la sua storia si conosce. Un’infanzia sfortunata in cui Gionata Ruggieri - il suo vero nome - cresce senza genitori. Quelli biologici mai visti («so di avere un fratello che spero un giorno di incontrare»), e quelli adottivi morti quando era piccolo. Bullizzato e deriso dai coetanei, è la musica a fargli da scudo. «È il mio quinto disco, il secondo con una casa discografica non indipendente». L’album, che arriva a anno e mezzo dal suo precedente “Buongiorno",  prodotto insieme a Sam Lover e registrato al Noize studio di Marco Zangirolami, esce per Universal Music ed è disponibile sia sulle piattaforme digitali che nei negozi di dischi. Per il tour si dovrà aspettare il 6 settembre. Partirà dall’Alcatraz di Milano. In via di definizione le altre date. 



QUESTE LE DATE DI “Emo instore tour”, partito da Milano il 4 Maggio sarà a: 

5 maggio a Torino e Genova

6 Maggio a Lucca e a Firenze

7 Maggio a Latina e Roma

8 Maggio a Salerno e Napoli

9 Maggio a Bari e Lecce

10 Maggio a Foggia e Pescara

11 Maggio a Bologna e Forlì

12 Maggio a Mestre e Padova

14 Maggio a Palermo

15 Maggio a Messina e Catania

16 Maggio a Cagliari

17 Maggio a Olbia

 
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