In molti sono rimasti colpiti da quel riferimento colloquiale (in un contesto offensivo) al (o ai) "rabbini" ma, soprattutto, l'aver definito “pecore” un popolo che ha combattuto (e combatte ancora) contro le persecuzioni (senza citare le folli politiche messe in atto dai nazisti per arrivare a sterminarlo). «Rabbi? Che intendi? A Parigi, Londra, Nizza, Berlino, guidavano tutti tank», fa notare un utente che, su Twitter, si firma “AttilaRm”. Immediata la risposta di Rubio: «Basta guardare il tuo profilo per capire quanto sei patetico e limitato. Studia la storia non scritta dai vincitori, che magari ti aiuta». «Vergogna, il tuo usare rabbi e il tuo modo di travisare la storia di definiscono: antisemita», scrive, sempre su Twitter, "RafSabb" mentre Clelia D.C., su Facebook, osserva che il riferimento alle pecore ha un doppio senso: «Mansueta debolezza e agnelli sacrificali. Claudia (@Csermy), fa notare che «la Palestina è judenfree e occupata da hamas, terroristi riconosciuti. Magari stavi a cucinà due ova e non te nei accorto». Qualcuno ha anche ipotizzato che l'account di Rubio sia stato vittima degli hacker: in realtà, oggi, lo chef ha twittato su un altro argomento, senza cancellare le affermazioni anti-israeliane.
Sempre il 25 aprile, il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, nel corso della manifestazione che ricordava la Brigata ebraica, aveva affermato: «Il terrorismo che in questi anni sta devastando l'Europa ha avuto una scuola importante e noi sappiamo qual è questa scuola» (e l'allusione, aveva poi chiarito, era ai palestinesi). Probabile che Chef Rubio sia stato "ispirato" da queste affermazioni.
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