Carabiniere ucciso a Marsala, è caccia ai killer

Carabiniere ucciso a Marsala, è caccia ai killer
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Giovedì 2 Giugno 2016, 20:06 - Ultimo aggiornamento: 3 Giugno, 15:23

Marsala come il Far West per i modi cruenti adottati dalla criminalità che gira attorno alla droga: due giorni fa qualcuno ha sparato in piena notte contro il maresciallo dei carabinieri Silvio Mirarchi, 53 anni, ferito con colpi di pistola al rene e all'aorta durante un servizio antidroga e morto ieri in ospedale a Palermo. Le indagini condotte dai carabinieri e coordinate dal pm di Marsala, Anna Cecilia Sessa, proseguono senza sosta e il primo risultato è stato il ritrovamento di due serre con seimila piante di marijuana (che avrebbero fruttato 4 milioni di euro) e l'arresto di un cinquantaquattrenne di Partinico (Palermo), Francesco D'Arrigo, proprietario o gestore delle serre.

Il maresciallo, originario di Catanzaro, lascia la moglie Antonella, 50 anni, maestra elementare di Marsala, e due figli: Debora, 23 anni, neuropsicologa che vive a Chieti, e Valerio, 18 anni, che a Marsala frequenta il quarto anno del liceo classico Giovanni XXIII. Mirarchi era originario di Catanzaro, dove vivono ancora i familiari. Oggi la madre e i fratelli sono arrivati in Sicilia, mentre a Milano il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nel Settantesimo della Repubblica, ricordando il maresciallo assassinato dice: «in questo giorno versiamo una lacrima per chi, anche col sacrificio della propria vita, serve la patria». Il senatore Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri, spiega che «il costoso e inutile proibizionismo sulla cannabis ci sta portando i narcos in casa».

Intanto, si fa strada l'ipotesi che a sparare siano state delle persone a guardia delle coltivazioni di marijuana, come era accaduto un paio di settimane fa, quando due romeni erano stati colpiti da fucilate in una zona tra Marsala e Mazara del Vallo dai custodi di una piantagione di canapa indiana. Uno di loro, ferito, era riuscito a fuggire. Dell'altro, invece, si sono perse le tracce. Qualche giorno dopo un cadavere carbonizzato è stato trovato a circa un chilometro di distanza e non ha ancora un'identità: i carabinieri stanno indagando, anche con accertamenti del Ris e l'impiego di cani «molecolari» della polizia, per stabilire se il cadavere è quello del romeno scomparso. Invertendo i ruoli nella vicenda dei due romeni, non si esclude un'altra ipotesi, e cioè che a sparare ai due carabinieri in borghese, scambiandoli per i gestori delle serre, siano stati i ladri durante un furto di piante.

A Marsala e la zona tra Mazara del Vallo e Trapani - insieme ad alcune aree dell'Agrigentino e del Siracusano - nell'ultimo anno anno sono state sequestrate decine di piantagioni di cannabis. Un business portato avanti dalla criminalità locale che non sembra, finora, avere collegamenti con la mafia. A Marsala l'ultimo «coltivatore diretto» di marijuana scoperto è Antonio Zerilli, che aveva impiantato una piccola piantagione nel giardino di casa e vendeva direttamente la droga. L'ultima operazione antidroga un pò più consistente (250 tra piante e piantine) era stata portata a termine dai carabinieri in un uliveto di contrada Amabilina.

In quell'occasione fu arrestato un quarantunenne, Antonino Nibbio, che patteggiò una condanna a un anno e mezzo, pena sospesa.

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