Polemiche e curve chiuse
una domenica bestiale di Massimo Caputi

Polemiche e curve chiuse una domenica bestiale di Massimo Caputi
di Massimo Caputi
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Lunedì 17 Febbraio 2014, 01:24 - Ultimo aggiornamento: 18:39
La risposta di Conte, dura e tagliente, fatta nel post partita a Capello, uno dei fatti pi interessanti e inaspettati della domenica. Il tecnico della Juventus ha attaccato pesantemente l’attuale ct della Russia, e le successive rettifiche/precisazioni sugli scudetti revocati non ne hanno certo ridimensionato la forza e l’urto. La reazione di ieri scuote il calcio italiano poco abituato a polemiche così dirette tra colleghi illustri e apre il dibattito. Ha fatto bene Conte che si è sentito attaccato nel suo lavoro o ha esagerato?



Che il suo modo di fare a volte sia ritenuto eccessivo e che il calcio italiano non sia più tanto competitivo lo pensano in tanti, se poi ci siano rancori tra Conte e Capello è un’altra storia. Di certo con le sue dichiarazioni il tecnico salentino ha messo a disagio il mondo juventino, società compresa. Un forte disagio è anche quello che si avverte con la decisione di chiudere le curve. Le regole, quando ci sono, vanno rispettate, se queste, però, sono inefficaci e sbagliate si devono poter discutere e cambiare.



Dati alla mano tante, troppe, sono state le curve italiane chiuse e il risultato finale è stato nullo. I cori continuano a imperversare, di tutti i tipi, le società sono ostaggio e i tifosi incolpevoli pagano ingiustamente con la chiusura di un intero settore. Bisogna avere la forza di cambiare velocemente una regola sbagliata e dunque sottrarre il calcio italiano da questa grottesca e triste spirale. Ieri all’Olimpico curve chiuse e ancora cori, questa volta dai distinti, e per di più applauditi da buona parte del pubblico. Si rischia il ridicolo.



Juventus, Roma e Napoli continuano la loro marcia e un campionato a sè. In attesa di Verona-Torino, i risultati del week end hanno reso più interessanti e vive la zona Europa League e quella retrocessione. Troppe però sono le squadre che, a quattordici giornate dal termine, sembrano aver poco da chiedere al loro torneo. Queste, con il loro atteggiamento, nel bene e nel male, possono pericolosamente influire nei destini altrui. Ci possiamo ancora permettere 20 squadre?
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