Semestre europeo: kilt, burqa e battute da avanspettacolo. Il circo del tandem Grillo-Farage

Semestre europeo: kilt, burqa e battute da avanspettacolo. Il circo del tandem Grillo-Farage
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Mercoledì 2 Luglio 2014, 00:43 - Ultimo aggiornamento: 14:07
Dal nostro inviato Mario Ajello Strasburgo - Uno come Borghezio, cioè proprio SuperMario Borghezio, leghista da avanspettacolo, li chiama «i clown». Sono sbarcati in massa al Parlamento di Strasburgo. Girano in kilt, come l’eurodeputato scozzese David Coburn il quale non fa che complimentarsi con Grillo («You are very funny») e si aggira nei corridoi austeri del monumento all’europeismo attirando la classica domanda sugli scozzesi in gonnella: «Ma sotto, le mutande ce l’ha?». L’europarlamento è diviso in due, e non c’è larga intesa almeno su questo fa Ppe e Pse: alcuni dicono che clown David abbia almeno un perizoma, altri giurano che sia smutandato. Nessuno però vuole andare a vedere con i propri occhi come stanno davvero le cose lì sotto.



Ma ecco, nel giorno in cui gli xenofobi inglesi alleati di Grillo voltano le spalle all’Inno alla gioia, cioè a Beethoven e alla sua sinfonia diventata simbolo dell’europeismo e graziosamente suonata in aula mentre Farage annuncia «non riconosco l’Europa, la sua bandiera e la sua canzone», il leghista Buonanno si presenta nell’emiciclo indossando il burqa. «Quest’Europa rifiuta le radici cristiane - è il suo gaio slogan - ma io non voglio morire islamico».



A Montecitorio, Buonanno aveva sventolato una spigola. «Qui - avverte - se mi fanno arrabbiare la prossima volta porterò un pesce spada». I clown sono divertenti e divertiti. Marine Le Pen, che pure non rientra in pieno nella categoria e si muove come una contro-Cancelliera lungo gli spazi mastodontici del palazzo, è tanto lieta perché hanno arrestato Sarkozy («Indovinate un po’ perché sono raggiante?») e pregusta i voti del marito di Carlà che le arriveranno.



LA COPPIA

Ma tra tanti clown ce n’é uno che è triste. Sì, un comico triste - ma guai a chi fa il nobile paragone con Eduardo De Filippo o con Massimo Troisi o con Charlot - e si tratta di Grillo che fa tandem con Farage e vorrebbe andarci a convivere: «Se finisco male», così dice al leader inglese, «mi prepari il letto a casa tua?». Beppe clown triste riunisce i suoi grillini e altri Mostri - qualcuno nel Pse li chiama così e anche Beppe qualche dubbio sotto sotto ce l’ha e infatti quando chiama i colleghi lituani di Ordine e Giustizia li saluta scherzosamente con il saluto nazista - e esordisce così: «Farage ha fatto benissimo a voltare le spalle all’Inno alla gioia. L’ha usato Hitler per i compleanni, l’ha usato Mao e l’hanno usato i peggiori killer della storia. Ma quale gioia! Qui non c’é più gioia! L’Europa è una tristezza!». Il più triste sembra lui, forse perché si è subito reso conto che i 37 nazionalisti-grillini-xenofobi-eurofobi del suo gruppo non riusciranno ad avere grande voce in capitolo. Anche se ognuno di loro si terra intera-intera l’indennità di quattordicimila euro netti al mese.



IL GRIDO DI BATTAGLIA

«Avranno paura di noi tutti qui dentro», è il grido di battaglia di Beppe. Insieme a quest’altro, sparato appena compare come un leone (triste e addobbato con occhiali multicolori con su scritto Beppe Grillo sulle stanghettone bianche) nell’atrio a forma di Colosseo di questo palazzo: «Renzi chi?». «Renzi è un pallonaro», assicura la Le Pen che oggi parlerà contro il premier italiano e davanti a lui.



Grillo vorrebbe aspettarlo, a Renzi, ma è troppo stanco e non vede l’ora di tornarsene a casa: «Arrivare quaggiù è un delirio. Questo è un posto assurdo e lontano. Sono venuto in macchina, attraverso la Svizzera, che è piena di autovelox. Il viaggio non finiva più e la prossima volta passerò via Tangeri così magari faccio prima». Peccato che lui è contro l’alta velocità (per gli altri?), mentre l’alleato Farage sventrerebbe montagne e paesi alla faccia dell’ecologismo e dell’elogio della lentezza e della decrescita felice che è molto grillina. Quanto sono divisi tra di loro i clown. Il leghista Borghezio ricorda che Farage mette i soldi a riparo e Grillo ironizza: «Farage, ma se vengo a vivere con te, me lo prepari un paradiso fiscale?».



Non è mica tanto triste questo luogo. A parte Grillo o la Barbara Spinelli che è qui perché ha tolto il posto al figlio di un operaio candidato da Sel ma si aggira con l’aria di una che è scesa dalla torre d’avorio intellettuale e non capisce dov’è finita: «Ma questo è un Parlamento o un labirinto?». Non è triste l’immenso emiciclo, perché clown, mostri, personaggi bizzarri e improbabili (alcuni già impegnati a scegliere Miss Parlamento e sono in lizza una greca e una rumena ma «anche la nostra Barbara Matera può dire la sua», assicura il berlusconiano Giovanni Toti) lo hanno reso subito simile al Senato sospeso in aria di Star Wars. Da un momento all’altro, come nel film, può alzarsi uno (un nazista finlandese? Farage con qualche birra di troppo in corpo?) e dare l’annuncio: «Nell’intento di garantire la sicurezza e una durevole stabilità, ci trasformeremo nel primo Impero Galattico!». Chissà se, oggi, Renzi li riporterà sulla terra.