Un meccanico che vuole diventare donna e una famiglia diversa. Ecco Fuoristrada, docu rivelazione

Giuseppe Della Pelle e Marianna
di Fabio Ferzetti
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Giovedì 27 Marzo 2014, 16:41 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 15:52
Pino, Beatrice e Marianna potrebbero essere usciti da un film di Almodovar. Invece vivono a San Giovanni,

Roma, e non sono personaggi di finzione. Nessuno ha scritto i loro dialoghi, nessun costumista ha pensato come vestirli, né uno scenografo ha disegnato la casa in cui vivono perché sono persone reali, che potremmo incontrare al supermercato o portando l’auto a riparare. Eppure hanno la statura, la profondità, la forza simbolica dei personaggi migliori, quelli che fanno ridere e piangere, quelli in cui ci si identifica anche se non ci somigliano perché i sentimenti sono universali.

E alla fine illuminano tutta un’epoca e le sue tensioni meno visibili. Purché qualcuno dia voce alla loro storia senza tradirne l’unicità.

Questo qualcuno si chiama Elisa Amoruso, la giovane sceneggiatrice e regista, romana anche lei, che ha trascorso quasi un anno con loro per capire come poteva raccontare la storia di Pino, il meccanico di San Giovanni che dopo aver passato una vita a trafficare tra i motori e a correre su potenti auto da rallye, un bel giorno ha deciso che voleva essere donna, si è bombardato di ormoni ed è diventato Beatrice: una bionda dal seno florido e le braccia lisce che però ogni mattina mette la tuta e si tuffa tra marmitte e pistoni, anche se ha perso qualche cliente per strada. Ma soprattutto non si è operata, continuando a essere un uomo.

Tanto che oltre a correre sempre nei suoi amati rallye si è innamorato di un’altra biondona, una romena conosciuta per caso quando lavorava in Italia, Marianna appunto, e se l’è andata a prendere in Romania. Dando vita a un amore complicato e fortissimo che coinvolge anche il figlio di primo letto di Marianna, oggi adolescente, la mamma 90enne di Pino/Beatrice, che vive con loro.E tutti quelli con cui entrano in contatto. Come il sindaco di Nemi, altra donna, che trovandosele davanti tutte e due vestite di rosa non voleva sposarle, ma ha capitolato di fronte ai documenti di Pino/Beatrice...

Una vicenda simile si prestava a ogni tipo di forzatura. Poteva scadere nel grottesco, diventare un pamphlet in favore del diritto alla diversità, e chissà cos’altro. Amoruso invece (che domani alle 20.30 incontrerà il pubblico al Nuovo Aquila) ascolta i suoi personaggi, non rivendica nulla, non nasconde le zone d’ombra (il ragazzo ha i suoi problemi a scuola), dà voce anche alla figlia del primo matrimonio di Pino, che dice con franchezza le sue difficoltà. Ma alla fine ci mette di fronte a uno dei più incredibili concentrati di energia, libertà e ottimismo, sissignori, che il nostro cinema ci abbia dato in questi anni. Che questa bomba venga da una città compressa e difficile come Roma, può sembrare addirittura incredibile. Ma è solo l’ultima sorpresa del film.
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