La Franzoni è a casa, sconterà i domiciliari. Divieto di andare a Cogne

(Foto Ansa)
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Giovedì 26 Giugno 2014, 18:52 - Ultimo aggiornamento: 27 Giugno, 09:26

​Annamaria Franzoni arrivata alle 18.34 nella sua casa a Ripoli Santa Cristina.

Era in auto con la sua amica del cuore, Elisabetta Armenti. Ha fatto in modo di evitare l'incontro dei cronisti entrando da un ingresso laterale della casa. Dietro un'auto dei Carabinieri.

Potrà tornare a casa, non sul luogo dell'omicidio. All'ultimo punto delle prescrizioni che il tribunale di Sorveglianza individua per Annamaria Franzoni, nell'ordinanza in cui la ammette alla detenzione domiciliare c'è infatti il «divieto di allontanarsi dalla Provincia di Bologna e quindi di recarsi in altre zone del territorio nazionale con particolare riferimento a Cogne». Franzoni non potrà così esaudire il desiderio espresso durante i colloqui con il prof. Augusto Balloni e registrato nelle pagine della perizia psichiatrico-criminologica che è stata così decisiva nell'ottenimento della misura alternativa al carcere: «Sento il bisogno di tornare in quella casa - aveva detto la donna - non sarà facile, perchè è dove Samuele ha vissuto felice e dove è stato ucciso». Dalla perizia in ogni caso prende ispirazione il provvedimento di 18 pagine, una lunghezza - viene fatto notare in ambiente giudiziario - superiore alla media delle ordinanze emesse dalla Sorveglianza. Proprio la perizia aveva escluso, infatti, il rischio di recidiva di 'figli-cidiò. Rimandando a test a cui Franzoni si è sottoposta, i giudici osservano ora che alla possibilità che Franzoni delinqua è stato assegnato un punteggio che rientra nella media di quello della popolazione normale. Il magistrato di Sorveglianza Sabrina Bosi e il presidente Francesco Maisto hanno poi fatto propria un'immagine utilizzata da Balloni, quella di un bambino che impara ad andare in bicicletta e che ha bisogno anche delle rotelline per stare in piedi. Il parallelo è con gli strumenti di sostegno di cui Franzoni ha necessità nel percorso verso la risocializzazione. Il tribunale indica tra questi 'palettì la famiglia, osservando che il nucleo è coeso, quindi la psicoterapia, iniziata in carcere e che dovrà proseguire, i servizi sociali del ministero della Giustizia e quelli di San Benedetto Val di Sambro, dove vive la famiglia. Citando pronunce della Cassazione, l'ordinanza rileva come non sia necessaria - per valutare se concedere o meno la detenzione domiciliare - la confessione del crimine commesso. Viene sottolineato il percorso graduale e progressivo di responsabilizzazione che Franzoni, ammessa da tempo al lavoro esterno, ha fatto dal carcere alla vita fuori. La capacità genitoriale della donna, è sostenuto infine con rimando alle pronunce del tribunale dei Minori, è intatta.