Chiara Rizzo estradata dalla Francia: «Sono contenta di essere in Italia»

Chiara Rizzo al suo arrivo
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Martedì 20 Maggio 2014, 12:36 - Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 12:16

Chiara Rizzo arrivata in Italia, a Ponte San Luigi, estradata dalla Francia. Rizzo stata accompagnata alla frontiera dalla gendarmeria francese.

È scesa da una Ford bianca con i vetri oscurati con le manette ai polsi ed è stata fatta entrare subito nell'ufficio della Polizia di frontiera per la notifica degli atti giudiziari relativi alla sua estradizione.

«Contenta di essere in Italia». Le prime parole della Rizzo, al telefono con la figlia in una breve conversazione dopo essere stata presa in consegna dagli agenti della Dia, sono state: «Sono contenta di essere in Italia». Un colloquio di pochi istanti in cui la donna ha semplicemente chiesto alla ragazza come stava lei e l'altro figlio.

A riferire del breve colloquio è stato uno dei legali della donna, l'avvocato Bonaventura Candido. Il difensore ha anche parlato con i funzionari della Dia che hanno preso in consegna Chiara Rizzo e che gli hanno confermato l'arrivo per stasera a Reggio Calabria. L'avv. Candido, nonostante il divieto di colloquio con la sua assistita deciso dal gip di Reggio Olga Tarzia, staserà sarà allo scalo reggino ad attenderne l'arrivo.

La Rizzo, appena entrata nell'ufficio di frontiera di ponte San Luigi, ha detto, rivolgendosi alla polizia: «Voglio stare con voi». La donna, visibilmente provata, ha chiesto che le venissero subito tolti le manette ed ha chiesto di poter telefonare a suoi avvocati.

In viaggio verso Genova. Chiara Rizzo ha poi lasciato gli uffici della polizia di frontiera di Ponte San Luigi e, a bordo di una macchina della Dia con i vetri oscurati, ha lasciato la località diretta verso l'aeroporto di Genova dove alle 16 prenderà il volo per Roma e da lì per Reggio Calabria.

La moglie di Matacena, uscendo dall'ufficio della Polizia di Frontiera, non aveva più i ferri ai polsi, teneva in mano una bottiglia d'acqua e un trolley di Luis Vitton. La donna vestiva con una maglietta bianca, giacca bianca e blue jeans, un paio di sneackers e grandi occhiali scuri a difendere gli occhi.

Matacena: «Mai avuto rapporti con Scajola». «Non ho mai avuto rapporti di affari con Scajola». Lo ha detto Amedeo Matacena, condannato in via definitiva a 5 anni per associazione esterna alla mafia, rispondendo in collegamento da Dubai a "24 Mattino", su Radio 24.

Oggi il "Secolo XIX" racconta di possibili rapporti di affari tra Matacena e Scajola su cui sta indagando la procura di Reggio Calabria. In particolare ci si concentra sulla "Fera srl": «È assolutamente inesatto -assicura l'ex deputato di Forza Italia - io non ho mai avuto rapporti di affari con la "Fera" nè ho mai operato nel campo dell'eolico, e non ho mai avuto rapporti di affari con Scajola, assolutamente. Scajola è un amico di famiglia, lo è diventato. Mia moglie lo ritiene un padre e tutte queste cose mi lasciano allibito».

Matacena ha aggiunto di non definirsi un latitante perchè «nel momento in cui sono arrivato a Dubai nel tentativo di chiedere un asilo politico, come già fatto in Svizzera, sono stato arrestato e mi hanno ritirato il passaporto, in attesa che la pratica di estradizione con l'Italia venga definita. Sono di fatto prigioniero degli Emirati Arabi Uniti e se decideranno di estradarmi mi prenderanno e mi consegneranno alle autorità italiane. So che l'Italia ha fatto una richiesta di estradizione, la pratica è in itinere ma non so a che punto è».

Matacena ha fatto un ricorso contro la sentenza definitiva alla Corte europea dei diritti dell'Uomo: «Ci penso tutti i giorni al fatto di rientrare in Italia -ha aggiunto nel suo colloquio a '24 Mattino- ma ho già patito un carcere ingiusto, fui arrestato da de Magistris che dopo un mese di carcere chiese la mia assoluzione con sentenza in primo grado passata in giudicato. Però io ho fatto il carcere e de Magistris ha fatto politica ed è diventato sindaco di Napoli. Di fronte a questo, siccome io ho contestato la sentenza, anche se non lo prevede la legge sarebbe giusto che l'espletazione della pena fosse sospesa fino alla decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo».

L'ex parlamentare di Forza Italia ha concluso spiegando di non avere mai pensato ad andare in Libano. E sulla presa di distanza di Silvio Berlusconi nei suoi confronti, ha commentato: «Berlusconi dice che non mi conosce? Nel '94 la metà dei parlamentari a ogni elezione venivano cambiati, quindi è facile che il presidente non si ricordi di tutte le migliaia di persone che hanno militato nel suo partito. Ma è sotto gli occhi di tutti che moltissimi di questi uomini che hanno partecipato a quel progetto hanno pagato prezzi altissimi».

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