Castel Volturno, il sindaco dopo la rivolta: «Qui lo Stato non c'è»

Castel Volturno, il sindaco dopo la rivolta: «Qui lo Stato non c'è»
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Lunedì 14 Luglio 2014, 18:46 - Ultimo aggiornamento: 15 Luglio, 16:53

​Il fragile equilibrio tra italiani e immigrati a Castel Volturno si sta spezzando. Qui c' una bomba sociale pronta ad esplodere. All'indomani della notte di fiamme e paura - con il ferimento di due africani da parte di italiani, e la successiva rivolta degli extracomunitari - non usa mezzi termini Dimitri Russo, neo-sindaco della cittadina della domiziana in cui accanto a 25mila residenti, ci sono circa 15mila immigrati, provenienti soprattutto dall'Africa Sub-sahariana, molti dei quali irregolari nonostante abbiano un lavoro.

«Vanno condannati in egual misura - prosegue - sia il ferimento dei giovani africani da parte dei due italiani che la rabbiosa ed eccessiva reazione degli stranieri. Ma il problema è che in un territorio così vasto come Castel Volturno le forze dell'ordine non hanno alcun potere di controllo, come si è visto ieri sera, perchè sono in numero troppo esiguo». «A Castel Volturno - afferma Russo - non c'è alcuna percezione dello Stato semplicemente perchè lo Stato non c'è; migliaia di immigrati sono irregolari, quindi senza alcun diritto, nonostante abbiamo un impiego, e sono lasciati al proprio destino senza assistenza nè progetti di integrazione e spazi di socializzazione; così quando arrivano qui sanno di essere in una terra in cui poter fare quello che vogliono e ce ne troviamo tantissimi che girano senza assicurazione nell'auto, entrano nelle centinaia di villette abbandonate, compiono furti. Ormai è un fatto che la mafia nigeriana sul litorale domitio ha soppiantato i Casalesi nello spaccio di droga e nella gestione della prostituzione». Ma al momento di progetti di integrazione non si parla. «Ci vogliono investimenti forti per potenziare i servizi sociali, o servizi come l'Asl visto che gli immigrati sono persone che vanno assistite ma nessuno ci risponde. Anzi la Prefettura di Caserta continua ad inviarci gli immigrati sbarcati sulla coste siciliane. Basta però con l'invio dell'Esercito, come nel 2008, che serve a poco» conclude Russo.