Cambia sesso ed è costretto a divorziare dalla moglie per legge

Cambia sesso ed è costretto a divorziare dalla moglie per legge
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Lunedì 9 Giugno 2014, 19:26 - Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 11:15
Lui diventa una lei, i due coniugi vogliono rimanere una coppia sposata, ma il matrimonio viene automaticamente annullato e si determina una sorta di divorzio imposto ex lege.



È questo il caso che approderà domani alla Corte Costituzionale, chiamata a decidere se sia legittima la cessazione degli effetti civili del matrimonio, prevista nel nostro ordinamento, nel caso in cui uno dei due componenti della coppia cambi sesso. Ed è evidente che se la Consulta dovesse, nella sostanza, accogliere le ragioni della coppia, questo rappresenterebbe una fortissima spinta al riconoscimento sul piano giuridico delle unioni omosessuali. Ad inviare gli atti alla Corte Costituzionale è stata la Corte di Cassazione, dopo che nei primi due gradi di giudizio i protagonisti della vicenda hanno visto respinte le loro istanze. Nel 2009, infatti, il Tribunale di Bologna ha riconosciuto il cambio di sesso, ma per effetto di tale sentenza ha annullato le nozze.



Il caso. L'impugnazione di fronte alla Corte d'appello di Bologna non è servita. La coppia è quindi arrivata in Cassazione e ora la Suprema Corte, sulla base anche di recenti pronunciamenti della Corte dei diritti dell'Uomo di Strasburgo, dubita della costituzionalità delle disposizioni che regolano la materia: nel mirino, una serie di articoli del legge 164 del 1982, che ora i 15 giudici della Consulta dovranno esaminare.



Secondo la Cassazione, con l'automatico annullamento del matrimonio da parte dell'ufficiale di stato civile a seguito della sentenza che ha certificato il cambio di sesso, si è determinato un «vulnus» che agisce a più livelli: viene violato il diritto di autodeterminazione nelle scelte sull'identità personale; si determina una cancellazione imperativa di una relazione affettiva stabile e continuativa dotata di rilievo costituzionale; si sopprime la volontà individuale di esercitare il diritto personalissimo allo scioglimento del matrimonio; si viola il diritto alla vita familiare coniugale; si limita in maniera sostanziale il diritto all'identità di genere e si lede il diritto dell'altro coniuge di scegliere se continuare la relazione coniugale.



Un quadro che per la Cassazione contrasta con gli articoli 2, 3, 10, 24, 29 e 117 della Costituzione. Il giudice costituzionale relatore della causa, che domani la illustrerà in aula, è Mario Morelli. I coniugi saranno difesi dagli avvocati Anna Tonioni e Francesco Bilotta, mentre gli avvocati dello Stato saranno Gabriella Palmieri e Attilio Barbieri. Hanno chiesto di costituirsi alcune associazioni che tutela i diritti dei gay, rappresentati dall'avvocato Giovanni Genova.
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