Tela della discordia, l'opera del '600 torna ad Arpino ma c'è un esposto in Procura

L'opera attribuita a Francesco Trevisani al centro di una singolare disputa

Il distretto di Sora e la tela tornata ad Arpino
di Roberta Pugliesi
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Domenica 1 Ottobre 2023, 09:23

Da Arpino a Sora, da Sora ad Arpino. Ci sono voluti 12 anni ma la tela della Crocifissione attribuita a Francesco Trevisani è ritornata "a casa".

Una vicenda curiosa, accompagnata da qualche imbarazzo e persino pare da un recente esposto ai carabinieri per chiarirne i contorni. Qualcuno infatti solleva dubbi sul fatto che le competenti autorità siano a conoscenza dei dettagli del caso. C'è chi teme si tratti di una "spoliazione non autorizzata", come l'ex assessore alla Cultura Bruno La Pietra: «La domanda è semplice: chi era proprietario del quadro? Come ne è entrato in possesso? Se era di proprietà dell'ospedale perché un nobile arpinate lo ha donato, credo che la Asl abbia titolo per parlare. Il resto sono chiacchiere», aggiunge.


La tela del pittore barocco della metà del Seicento originariamente adornava la cappella dell'ex ospedale Santa Croce ormai chiuso e 12 anni fa finì nella sede del Distretto Asl di Sora, in via Piemonte, nell'ufficio del direttore sanitario.

Pare si trattò di una donazione. La vicenda nel tempo ha calamitato l'attenzione di numerosi appassionati. «Nell'ospedale di Arpino c'erano mobili donati dal dott. Alfredo Sangermano (appartenuti al marchese Emiddio San Germano) e ritratti dell'ing Filippo Giordano, dott. Emiddio Sangermano e dell'on. Angelo Conti», ricorda qualcun altro. Ed ora che il sindaco della città di Cicerone è Vittorio Sgarbi qualcuno sostiene che le pratiche per la restituzione abbiano avuto un'accelerazione. Sembra che in attesa della realizzazione del nuovo museo comunale intitolato a Pasquale Rotondi, sia stata temporaneamente esposta nell'oratorio della Confraternita di Sant'Antonio di Padova, aperto al pubblico e visitabile, dove sono già collocate altre opere pittoriche di grande valore artistico, tra le quali La Vestizione di S. Antonio di Padova e S. Antonio di Padova del Cavalier D'Arpino. L'intervento è stato condotto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina (nel rispetto dell'art. 21, comma 1, lettera b e comma 2, del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio). «Tutte le fasi di questo spostamento sono avvenute sotto l'attenta supervisione del funzionario storico dell'arte territorialmente competente - spiega Manuela Cerqua, archeologa ed ex direttrice del Museo civico della media Valle del Liri di Sora -. La Soprintendenza ha "curato" l'iter ma ha anche predisposto tutti gli atti essendo l'unica istituzione competente e preposta a farlo nel rispetto di quanto previsto dalla legge». Il quadro, originariamente ubicato nell'antica chiesa annessa al vecchio ospedale in via Santa Croce al Colle, fu spostato dalle suore nell'ospedale Santa Croce e da lì, dopo la chiusura, tra il 2010 e il 2012, fu portato a Sora nella sede Asl di via Piemonte insieme ad altri arredi. «La Soprintendenza si è attivata dando seguito ad una nuova richiesta del Comune (già 10 anni fa la prima istanza) al fine di assicurare al bene una migliore conservazione, la giusta valorizzazione e la pubblica fruizione, principi fondamentali in materia di beni culturali pubblici», aggiunge Cerqua.


L'esposto presentato ai carabinieri dovrà, così, chiarire se la tela non abbia subito danni nel tempo, se all'epoca si trattò di un atto comunicato alla sovrintendenza o meno. C'è, insomma, chi vuol vederci chiaro fino in fondo.
Roberta Pugliesi
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