Sparatoria a Frosinone, la pista dei 20 mila euro trovati a casa dell'assassino. Eseguita l'autopsia

Eseguita l'autopsia sulla vittima, si attende la convalida dell'arresto

Sparatoria a Frosinone, la pista dei 20 mila euro trovati a casa dell'assassino
di Stefano De Angelis
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Mercoledì 13 Marzo 2024, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 09:40

Il movente da chiarire e la pistola da trovare. Sono le due zone d'ombra, i punti ancora aperti nell'ambito delle indagini sull'uccisione di Kasem Kasmi, 27enne di origine albanese, raggiunto da tre proiettili sabato sera nel pieno centro di Frosinone, all'esterno di un bar. In carcere, con l'accusa di omicidio e triplice tentato omicidio, è finito un connazionale più giovane, Mikea Zaka, 23 anni, incensurato.

Si è presentato in Questura, insieme al suo avvocato, quasi tre ore dopo la lite lampo tra due gruppi di albanesi degenerata in spari e terrore davanti a decine di persone.

A quell'ora, infatti, prima di cena, nel locale c'erano diversi clienti seduti ai tavolini, mentre il marciapiede della via dello struscio era pieno di ragazzi e famiglie a passeggio. Durante l'interrogatorio di sabato, che si è concluso con il fermo, Mikea aveva riferito di essersi difeso. Ma da cosa? Nell'immediatezza è spuntata l'ipotesi di una donna contesa, per questioni sentimentali, come miccia dei dissapori.

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Nelle ultime ore, però, le attenzioni degli investigatori si sono spostate anche sulla pista riconducibile ai soldi. Il filo è quello che riporta ad alcuni mesi fa quando la polizia, nell'ambito di un'attività su un giro di droga al Casermone, a casa del 23enne aveva trovato 20mila euro. Contanti che erano stati sequestrati e poi dissequestrati. Era il 2023 e ora gli investigatori hanno riacceso i fari anche su quel denaro, per cercare di ricostruirne provenienza, eventuali passaggi, destinazioni o ammanchi perché non escludono che possa essere tra gli elementi scatenanti della contesa tra gruppi rivali, culminata con gli spari di sabato sera. Al momento, in tale contesto, resta in piedi il sospetto di un regolamento di conti tra bande per questioni di droga e si continua a scavare nel mondo dello spaccio. Mikea, durante l'interrogatorio di lunedì in carcere davanti al gip, si è avvalso della facoltà di non rispondere e il giudice per le indagini preliminari si è riservato sulla convalida dell'arresto. La decisione del magistrato è attesa in giornata.

L'ARMA

Nella versione resa sabato sera in Questura aveva anche sostenuto di aver gettato la pistola, una calibro 22, dal ponte sul fiume Cosa di via Verdi. Per il secondo giorno consecutivo le ricerche, condotte anche dai sommozzatori dei vigili del fuoco, hanno dato esito negativo. L'arma ancora non si trova e i sopralluoghi congiunti con la polizia proseguiranno nei prossimi giorni. Si tratta di un elemento importante ai fini dei riscontri e della ricostruzione di quanto avvenuto in via Moro. In mano, per ora, gli investigatori hanno ogive e bossoli repertati sul posto. Ieri, intanto, dopo il conferimento dell'incarico al medico legale, è stata eseguita l'autopsia sul corpo del 27enne: fatale per lui sarebbe stato un colpo al collo.

IL SEQUESTRO DI DROGA

Nel frattempo, dopo gli spari e il terrore del fine settimana, la polizia ha avviato un'ondata di controlli nella città di Frosinone per contrastare la circolazione di sostanze stupefacenti. L'altra sera gli agenti, dopo aver notato movimenti sospetti, sono intervenuti in un caseggiato popolare nella zona bassa del capoluogo. Sono entrati in un seminterrato, dove si trovano cantine e vano ascensore. In un angolo hanno trovato un carrello della spesa, da cui proveniva un odore insolito, pieno di legno, inerti e pezzi di ferro. Era ricolmo di cocci di vetro. Lo hanno svuotato e hanno trovato tre buste al cui interno c'erano tredici panetti e cinque involucri di cellophane, che contenevano un chilo e trecento grammi tra hashish e marijuana.

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