Schiuma bianca e rifiuti,
i fiumi della Ciociaria
tra inquinamento e degrado

Schiuma bianca e rifiuti, i fiumi della Ciociaria tra inquinamento e degrado
di Pierfederico Pernarella
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Sabato 3 Novembre 2018, 14:30 - Ultimo aggiornamento: 14:31
Fiumi in piena per il maltempo e c’è chi ne approfitta per gli sversamenti abusivi. Ieri pomeriggio il fiume Sacco, dopo il caso segnalato nei giorni scorsi, è tornato ad essere invaso dalla schiuma bianca. La sostanza, secondo quanto testimoniato da un video diffuso su Facebook dall’associazione ViviCiociaria, proviene da un scarico presente lungo gli argini del torrente Alabro, nel territorio di Ferentino, a un centinaio di metri dalla confluenza con il fiume Sacco. Nella stessa zona la schiuma era stata avvistata anche all’inizio della scorsa settimana. Questa volta la sostanza è comparsa in quantità decisamente maggiori. I testimoni hanno riferito di un odore forte, nauseabondo, che lasciava pensare a qualcosa di chimico.

LA DENUNCIA
L’associazione ViviCiociaria ha chiamato le forze dell’ordine. Poco dopo sul posto sono arrivati i carabinieri di Morolo, una pattuglia della polizia municipale di Ferentino e personale Arpa. I tecnici dell’agenzia regionale per l’ambiente si sono calati lungo l’argine del torrente e hanno effettuato i prelievi nel punto in cui è stata segnalata la presenza dello scarico sospetto da cui fuoriusciva la schiuma bianca. La stessa che in quelle era comparsa nel fiume Sacco all’altezza di Ceccano. Qualcuno ha approfittato delle abbondanti piogge di questi giorni per scaricare sostanze in maniera illegale? È presto per dirlo, anche se i sospetti non mancano.
Gli esiti delle analisi dei campioni prelevati dall’Arpa diranno se si tratta di sversamenti di natura domestica o industriale e soprattutto se sono presenti sostanze inquinanti. L’attenzione e la preoccupazione sulle condizioni del fiume Sacco e dei torrenti che nello stesso confluiscono restano alte. Questi fenomeni, che si ripetono periodicamente, interessano altri importanti corsi d’acqua come il fiume Liri oppure il Cosa dove una scia maleodorante di schiuma bianca è comparsa lo scorso 11 ottobre nel tratto che ricade i Comuni di Guarcino, Vico nel Lazio e Alatri.


LE INCHIESTE
In passato non sono mancate inchieste che hanno portato al sequestro di aziende, tra le ultime la “Galvano Planting” di Patrica (un’azienda che si occupa del trattamento dei metalli), a cui tra le altre cose sono stati contestati scarichi abusivi e inquinanti nel fiume Sacco. Sugli sversamenti abusivi è in corso un’inchiesta più ampia dei carabinieri forestali che nel giugno scorso, su delega della Procura, hanno passato al setaccio una quindicina di aziende. Spesso però gli scarichi abusivi sono anche di tipo domestico come scoperto dai carabinieri a Ferentino dove l’estate scorsa sono stati multati, con sanzioni da 30mila euro ciascuno, i proprietari di quattro ville.
Controlli e inchieste non mancano, ma i corsi d’acqua della Ciociaria restano in uno stato di completo abbandono. I progetti di risanamento ambientale non partono, nonostante i periodici annunci sugli stanziamenti milionari, come nel caso del fiume Sacco, ma al palo c’è anche alla manutenzione più ordinaria, indispensabile in questo periodo dell’anno per evitare straripamenti.

INCURIA NEL CAPOLUOGO
E così nei giorni in cui le associazioni Frosinone Bella e Brutta, Zerotremilacento e Rigenesi, lanciano una raccolta firme a supporto della proposta di delibera presentata dal gruppo consiliare Pd per l’istituzione del monumento naturale de Lo Schioppo e di Fontana Tonica, il fiume Cosa, a causa delle piena, sta mostrando tutte le sue criticità. Basta andare all’altezza del ponte di viale Roma, in pieno centro: l’alveo è invaso da tronchi, rifiuti e detriti che ostruiscono il flusso di acqua in questi giorni abbondante a causa della pioggia insistente. Il letto del fiume è da anni che non viene dragato o ripulito e stiamo parlando di un’area ad altissimo rischio idrogeologico.

Il Comune ha segnalato da tempo il caso alla Regione Lazio, ma finora, nonostante le ripetute allerte sul maltempo, nessuno interviene. Gli unici a prendersi cura del fiume, con i pochi mezzi a disposizione, sono i volontari delle associazioni che nell’area de Lo Schioppo hanno realizzato anche una piccola area attrezzata. Il Cosa però necessita di interventi di pulizia di ben altra portata.
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